Giornata Mondiale Oceani 2023: sfide e opportunità della tutela delle acque
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Giornata Mondiale Oceani 2023: sfide e opportunità della tutela delle acque

Immagine: Milos Prelevic, Unsplash

L’8 giugno 2023 si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, istituita per diffondere consapevolezza sull’importanza della tutela degli ecosistemi marini. Quest’anno, l’evento cade a breve distanza dalla firma di un importante accordo internazionale.


Assorbono circa il 25% dell’anidride carbonica prodotta, contribuiscono a limitare i cambiamenti climatici estremi, producono circa la metà dell’ossigeno presente nella nostra atmosfera, custodiscono un inestimabile patrimonio di biodiversità e forniscono risorse fondamentali per l’alimentazione e lo sviluppo economico dei territori: gli oceani svolgono un ruolo centrale per la nostra sopravvivenza.

L’8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani: un’occasione per riflettere sul loro ruolo cruciale e per diffondere consapevolezza circa la necessità di una loro corretta tutela.

Quest’anno, la ricorrenza arriva a poche settimane di distanza da un avvenimento di grande importanza storica: dopo quasi 20 anni di negoziati, a inizio 2023 le Nazioni Unite hanno concordato un trattato per la protezione degli habitat d’alto mare, ovvero la porzione di oceano situata oltre le acque nazionali. Si tratta del più grande habitat del nostro pianeta, che ospita milioni di specie. Il trattato fornirà un percorso per istituire Aree Marine Protette (Amp) in queste acque, favorendo il raggiungimento di un altro obiettivo cruciale: quello fissato con l’accordo di Kunming-Montreal, che prevede di arrivare ad almeno il 30% di protezione degli oceani entro il 2030.Sulla scia di questo importante evento, la Giornata degli Oceani 2023 diffonde quest’anno una nota di positività con il motto Planet Ocean: Tides are Changing. “Le maree stanno cambiando” può essere interpretato, infatti, sia come monito nei confronti dei cambiamenti climatici, sia come segno di positiva presa di consapevolezza e assunzione di responsabilità da parte degli enti internazionali. L’impegno deve però concretizzarsi su più fronti: ridurre l’impatto dell’attività antropica, tutelare la biodiversità marittima, contrastare l’innalzamento delle temperature e ridurre ogni tipo di inquinamento delle acque, compreso quello derivante dalle attività terrestri. In questa direzione guarda proprio l’obiettivo n.14 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che identifica delle azioni molto precise per raggiungere i risultati prefissati:

  • aumentare i benefici economici derivanti dall'uso sostenibile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati, anche mediante la gestione sostenibile della pesca, dell'acquacoltura e del turismo
  • aumentare le conoscenze scientifiche, sviluppare la capacità di ricerca e di trasferimento di tecnologia marina, tenendo conto dei criteri e delle linee guida della Commissione Oceanografica Intergovernativa sul trasferimento di tecnologia marina
  • assicurare ai piccoli pescatori artigianali l’accesso alle risorse e ai mercati marini
  • migliorare la conservazione e l'uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse tramite l’applicazione del diritto internazionale.

Come si può notare, il percorso di sostenibilità ambientale si lega a doppio filo a un ripensamento dei modelli economici: anch’essi, per continuare a migliorare le condizioni di vita soprattutto delle fasce di popolazione mondiale più fragili, devono necessariamente diventare sostenibili nei confronti dell’ambiente.

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