Energia eolica: cosa possiamo imparare dai Paesi che la producono in Europa
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Energia eolica: cosa possiamo imparare dai Paesi che la producono in Europa

Immagine: Brett Sayles, Pexels

WindEurope ha diffuso le nuove statistiche sulla produzione di energia eolica nei Paesi europei. La crescita nel settore è lenta e gli obiettivi 2030 sembrano lontani.


L’energia eolica è una delle migliori candidate per sostituire i combustibili fossili. Secondo i dati diffusi da WindEurope, l’energia eolica ha coperto il 17% della domanda energetica complessiva europea del 2022, registrando un +2% rispetto al 2021.

Complessivamente, le nuove installazioni di eolico in Europa hanno raggiunto i 19,1 GW (16,7 GW onshore e 2,5 GW offshore) nel 2022, con un aumento del 4% rispetto all'anno precedente.

Anche se, a primo impatto, i dati sembrerebbero suggerire una tendenza positiva, in realtà gli analisti di WindEurope hanno riscontrato un -12% di installazioni rispetto allo scenario previsto, decisamente al di sotto della soglia richiesta per raggiungere gli obiettivi climatici europei.

Chi sono i maggiori produttori di energia eolica in Europa?

Fin dalle prime fasi dello sviluppo dell’energia eolica nel Vecchio Continente, i Paesi “pionieri” di questa tecnologia sono stati Danimarca, Germania e Regno Unito.

Questi tre Paesi guidano ancora oggi la rivoluzione eolica in Europa: nel 2022, la Danimarca ha conquistato il primo posto, con una quota del 55% di energia eolica utilizzata per il consumo. Al secondo posto c’è l’Irlanda con il suo 34%, il Regno Unito al terzo posto (28%) e la Germania al quarto (26%).

Per quanto riguarda, invece, le nuove installazioni, la Germania è in testa con oltre 2,7 GW di nuovo installato, quasi tutto sulla terraferma. A seguire ci sono Svezia e Finlandia (2,4 GW a testa) e Francia con circa 2 GW.

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Perché questi Paesi riescono a generare una quota di eolico così importante?

Uno dei motivi principali per cui questi Paesi riescono a progredire nella corsa verso l’eolico è la definizione di obiettivi chiari e una pianificazione accurata, supportati da una legislazione in materia snella e autorizzazioni facili da ottenere.

Secondo Paweł Czyżak, analista del think tank Ember “La lezione principale che trarrei da paesi come Danimarca, Germania e Regno Unito è che devi avere una strategia chiara e stabile e obiettivi ambiziosi. Di conseguenza, allinei tutte le altre politiche e la pianificazione territoriale, i permessi e la pianificazione della rete, a questo scopo ".

Non solo: oltre alla legislazione favorevole, c’è bisogno anche di investimenti e di un settore tecnologico sviluppato e all’avanguardia. Per attirare fondi, serve sburocratizzare l’intero comparto e dare segnali positivi agli investitori, incentivando la catena del valore dell'energia eolica, dai porti alle fabbriche.

Gli obiettivi 2030

Secondo WindEurope, con questi tassi di crescita l’Europa non riuscirà a raggiungere gli obiettivi 2030. Il trend di crescita è troppo lento: per raggiungere l’obiettivo 2030 sull’energia, è necessario installare circa 31 GW di eolico nella UE.

Le stime WindEurope, invece, prospettano un’installazione di circa 20 GW/anno per il periodo 2023-2027.

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L’Italia e l’eolico: a che punto siamo?

L’Italia non vanta particolari primati per la produzione di energia eolica. Al contrario, il Paese è solo settimo in Europa per nuove installazioni nel 2022, contribuendo con appena uno 0,5 GW su 19 GW totali.

La produzione di energia eolica in Italia nel 2022 è di 20,358 TWh, con un calo dell’1,8% sul 2021. La principale causa di questi ritardi risiede nell’iter autorizzativo, che ad oggi impiega tra i 5 e i 6 anni per autorizzare la costruzione di nuovi impianti. Anche in questo caso, gli obiettivi 2030 sembrano ancora lontani.

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