Riqualificazione edilizia in ritardo, cosa serve all’Italia?
Sostenibilità

Riqualificazione edilizia in ritardo, cosa serve all’Italia?

Immagine: Maxence Werp

In Italia, gran parte degli edifici sono ancora troppo energivori e climalteranti. Il report di Legambiente “Civico 5.0: Vivere in Classe A” analizza la situazione e propone una roadmap per accelerare la transizione del settore.


Un patrimonio importante, ma inefficiente”. La sintesi del nuovo Rapporto di Legambiente “Vivere in Classe A”, presentato nell’ambito della campagna Civico 5.0, denuncia una realtà in cui le inefficienze strutturali appartengono alla netta maggioranza del patrimonio edilizio italiano.

A dispetto del 2030 che - con i suoi obiettivi di decarbonizzazione. si avvicina grandi passi - le politiche di riqualificazione energetica sono ancora esigue. A fronte di ciò, il report sottolinea da un lato l’urgenza di agire per aiutare famiglie, imprese e contribuire ad affrontare l'emergenza climatica, dall'altro la strada da percorrere per accelerare il processo in modo efficace ed efficiente.

Il ritardo italiano

Secondo le ultime stime disponibili, ad oggi è stato riqualificato, attraverso il superbonus, solo il 3,1% di oltre 12 milioni di patrimonio abitativo. Una percentuale che da qui ai prossimi anni dovrà inevitabilmente crescere, anche in vista degli impegni che l’Europa potrebbe chiedere con la Direttiva Case Green.

Per l'Italia, tale impegno prevedrebbe di intervenire su almeno 6,1 milioni di edifici residenziali entro il 2030, ovvero su almeno il 7,2% del patrimonio residenziale.

Cosa serve al Paese: una roadmap per la transizione

Come invertire, dunque, la rotta e accelerare la transizione? Secondo Legambiente, ciò che serve all'Italia “è una vera e propria riforma in tema di politiche sull’efficienza energetica del settore edilizio stabile e duratura nel tempo – almeno al 2030 e con prospettive al 2035”.

Una riforma che, secondo l'associazione ambientalista, deve necessariamente prevedere:

  • un nuovo sistema incentivante che miri soprattutto alla riqualificazione complessiva degli edifici, promuovendo in primis interventi in classi energetiche elevate;
  • il raggiungimento della classe D come minima per aver accesso agli incentivi, in linea con la direttiva Case Green, che richiede la classe energetica E al 2030 e la D al 2033.
  • un sistema di incentivi che consideri la prestazione energetica ottenuta dall’intervento, il reddito delle famiglie, la messa in sicurezza sismica, il recupero delle acque piovane, l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili;
  • l’eliminazione di ogni tecnologia a fonti fossili dalle sovvenzioni e l'introduzione del blocco alle installazioni dal 2025.

I vantaggi dell'azione

Quando parliamo del settore edilizio, vale la pena ricordare che non solo parliamo di uno dei settori più energivori e climalteranti del Paese, ma anche quello responsabile della maggiore spesa energetica e che da sempre incide sul bilancio economico delle famiglie in modo importante” avverte il report.

A partire da questo assunto, i vantaggi che deriverebbero dalla revisione necessaria a colmare il gap sarebbero enormi e diversificati:

  • ambientali, grazie alla riduzione delle emissioni climalteranti e di inquinamento atmosferico;
  • sociali ed economici, con la creazione di migliaia nuovi posti di lavoro e la riduzione dei consumi energetici in percentuali importanti, fino al 75 – 80% per un’abitazione che dalla Classe G passa alla Classe A.

Un’operazione che sicuramente richiede investimenti importanti, ma che Legambiente definisce “tecnicamente fattibile con pochi e conosciuti interventi”.

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Oggi vivere in classe A” ha dichiarato Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente, “oltre ad essere un diritto per universale, è un’operazione tecnicamente fattibile per tutti, o quasi tutti, i nostri edifici residenziali. Per questo è importante continuare a riqualificare quel patrimonio edilizio che non ha avuto modo di usufruire del superbonus, uno strumento che con tutte le sue imperfezioni ha però permesso di muovere passi importanti verso la decarbonizzazione di questo settore. Da qui ai prossimi anni sarà importante consentire soprattutto alle famiglie in difficoltà un accesso garantito a questi strumenti a costo zero, differenziando percentuali e mantenendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per chi non ha capacità di anticipo ed eliminando dai sistemi incentivanti tutte le tecnologie a fonti fossili, come le caldaie a gas, oltre a spingere, nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili”.

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