Direttiva “case green”. Non solo obblighi, gli Stati potranno fornire finanziamenti a costo zero
Sostenibilità

Direttiva “case green”. Non solo obblighi, gli Stati potranno fornire finanziamenti a costo zero

Immagine: Google Creative Commons

La proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia (EPBD) è stata approvata, con l’opposizione dell’Italia. Il Parlamento europeo ha disposto la possibilità di redigere Piani nazionali di ristrutturazione che prevedano anche programmi di ristrutturazione a costo zero.

La Comunità Europea definisce il cambiamento climatico la più grande prossima scommessa dell’umanità, rintracciando in diversi provvedimenti di finanza verde passi determinanti per la neutralità climatica al 2050.

Febbraio verrà ricordato come il mese in cui la Commissione per l’industria, per la ricerca e per l’energia del Parlamento europeo, insieme agli Stati membri, ha votato favorevolmente la revisione della direttiva sulle cosiddette “case green”. Immobili energivori e produttori di Co2 dovranno trasformarsi necessariamente in strutture meno impattanti sull’ambiente. La proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia (EPBD) è stata approvata con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni.

Nonostante sia evidente l’importanza del provvedimento, Stati come l’Italia hanno opposto resistenza- chiedendo all'Europa “gradualità”- per il timore di dover intervenire su quasi il 60 per cento del patrimonio immobiliare. Tuttavia, essere rimasti indietro negli anni non può diventare un alibi per le amministrazioni: secondo le ultime stime Enea, infatti, il 35,2 per cento delle abitazioni italiane è in classe energetica G e il 24,5 per cento in classe energetica F.

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Le scadenze della direttiva “Case green”

Secondo il testo adottato, tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero dal 2028,

mentre per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche la deadline è fissata al 2026 (la Commissione ha proposto rispettivamente il 2030 e il 2027).

Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, dove questo sia tecnicamente possibile ed economicamente fattibile, mentre gli immobili residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032 per conformarsi.

Tutte le abitazioni dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030 (la Commissione ha proposto F ed E).

 

Case green a costo zero?

Spetta agli Stati membri trovare il modo per raggiungere gli obiettivi attraverso i piani nazionali di ristrutturazione, fermo restando alcune “eccezioni” a cui il Parlamento europeo ha già pensato.

I monumenti - si legge nella direttiva - sarebbero esclusi dalle nuove regole, mentre i Paesi dell'UE potrebbero decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, l'uso temporaneo di edifici o chiese e luoghi di culto”.

Gli Stati membri possono anche esentare gli alloggi pubblici sociali, dove i lavori di ristrutturazione porterebbero ad aumenti degli affitti. L’Europa consentirà agli Stati membri anche la possibilità di adeguare i nuovi obiettivi “in quota limitata di edifici coperti dai requisiti a seconda della fattibilità economica e tecnica dei lavori di ristrutturazione e della disponibilità di manodopera qualificata”. Non ultimo, la modifica della direttiva evidenzia, come “gli Stati membri debbano istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero".

Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per ristrutturazioni profonde, in particolare degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati dovrebbero “essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili”.

 

Stop al riscaldamento da energia fossile

Per i nuovi edifici e gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, ristrutturazioni profonde o rinnovamenti dell'impianto di riscaldamento, è esclusa la possibilità di utilizzare combustibili fossili per il riscaldamento.

Questa soluzione va sostituita entro il 2035, a meno che la Commissione europea ne consenta l’uso fino al 2040.

 

Un nuovo intervento a favore della sostenibilità

Il disegno di legge sarà sottoposto a votazione dall'Assemblea plenaria durante la sessione del 13-16 marzo e diventerà la posizione negoziale del Parlamento con i vari Stati europei attraverso i proprio deputati, che avvieranno i negoziati con il Consiglio per concordare la forma finale del disegno di legge. Step non immediati, che dovrebbero verificarsi in circa 24 mesi: la sostenibilità entrerà comunque così, per legge, anche nelle case dei cittadini europei, ma a partire dai prossimi due anni.

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