Si è chiusa venerdì 6 ottobre l’undicesima edizione de Il Salone della CSR e dell'Innovazione Sociale In Bocconi a Milano.

Abitare il cambiamento” è il claim che ha caratterizzato l’undicesima edizione del Salone della CSR che si è chiuso venerdì 6 ottobre. Un centinaio di eventi e un parterre affollato e assai diversificato hanno dato vita alla tre giorni voluta da Rossella Sobrero nel lontano 2013 quando di sostenibilità poco si parlava e chi lo faceva, veniva tacciato di sana filantropia se non di visione scarsamente tangibile e difficilmente misurabile.

Noi ci eravamo allora e ci siamo oggi e con piacere siamo stati presenti con la nostra testata anche in questa edizione perché se è vero che la sostenibilità è residente dentro ognuno di noi che da un decennio ne professa importanza e utilità, la necessità di captare i cambiamenti che la stessa rende necessari in archi temporali diversi è conditio sine qua non per arrivare ad avere un mondo migliore a vantaggio di tutti.

Abitare il cambiamento: le nuove professioni” è il tema dell’evento che ho avuto il piacere di moderare alla presenza di quattro note relatrici appartenenti al mondo dell’impresa, delle Fondazioni e delle società satellite che offrono servizi e soluzioni alle imprese per rispondere alle loro esigenze di sostenibilità.

Non vi è dubbio che il tema del lavoro è elemento di primaria importanza considerando la sostenibilità come driver di concorrenza e competizione. Specialmente ora che i nuovi profili e le soft skill richiesti dal mercato sono destinate a cambiare o incrementarsi in alcuni casi mentre ad essere dismessi in altri.

Aiutare le imprese ad entrare nel mondo della scuola creando legame diretto tra studenti e impresa volti a creare soft skill e hard skill necessarie è una delle nostre attività – sostiene Michela Paparella Presidente Kulta – che va ad unirsi ad un’attività di comunicazione volta ad agevolare le imprese nelle loro attività di recruiting, onboarding, ricerca di nuovi talenti.

In Edison, sostiene Alessandra Calcaterra – Open Innovation e Venture Capital Manager – la transizione ecologica considerata una parte della sostenibilità viene affrontata con l’innovazione. Guardare al futuro non significa farlo solo in ottica di business: serve anche comprendere come il recruiting, la selezione di nuove figure e l’onboarding di nuovi talenti possa accelerare il processo.

L’attenzione all’ambiente risiede nel DNA di Epson – sostiene, Maria Federica Perego HR Manager dell’azienda. Disponiamo da anni di una risorsa CSR che si occupa di tutti i vari aspetti connessi a quanto necessario per fronteggiare richieste e necessità che un approccio sostenibile richiede ma siamo anche molto sorpresi – in positivo – di come i nuovi talenti siano preparati sulla tematica ambientale e quanto vogliano capire fino a che punto possano metterla a terra in realtà come Epson. Soft skill come ottime doti di comunicazione e reale capacità di tessere e gestire relazioni di valore sono il focus della nostra attività di recruitment.

In conclusione, Ilaria Catastini, Direttore Generale di Fondazione Maire Tecnimont ci illustra come una realtà come una fondazione possa approcciare il tema del cambiamento con risorse ingenti e percorsi adeguati che nascono dalla natura stessa di Fondazione. Percorsi di formazione già nelle scuole superiori e nelle Università sono attività prevalenti per garantire l’entrata nel medio di risorse preparate, competenti e motivate.

In conclusione, il decidere di diventare “aziende sostenibili” implica cambiamenti di ogni ordine e natura: indubbiamente anche nel settore del lavoro inteso come selezione profili, inserimento e motivazione con adeguati percorsi di crescita l’evoluzione è costante e i confini si modificano in modo fluido.

La comunanza di valori, l’etica e la trasparenza delle azioni e una giusta motivazione di base dettata dal proprio essere coniugato con il patrimonio valoriale dell’impresa sono il giusto connubio per sapere di essere sulla strada giusta.

Immagine di copertina: Product School, Unsplash