Le Interviste del Direttore: Marco Lombardo
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Le Interviste del Direttore: Marco Lombardo

Per le Interviste del Direttore di oggi, abbiamo intervistato Marco Lombardo, giornalista professionista, coordinatore dei corsi di comunicazione per Accademia del lusso Milano e direttore responsabile di AdL Mag.

In un contesto come quello Italiano, può illustrare le sfide e le opportunità per il settore della moda in termini di sostenibilità?

Il settore della moda italiana ha un obbligo per quanto riguarda la sostenibilità. Credo che le aziende siano sempre più attente a questo. Ne sono la dimostrazione le Fashion Week in cui si vede la sostenibilità messa al primo posto, mentre in passato si parlava solo di moda, di colori, di tagli. È simile al percorso che ha fatto il mercato delle automobili, se vogliamo fare un paragono. Una volta si parlava di cavalli di potenza e di prestazione della macchina, oggi si parla di emissioni, di tecnologia e quindi di quanto si possa risparmiare in termini di inquinamento per aiutare il pianeta. Per la moda è una sfida, ma allo stesso tempo anche un’opportunità vista la sensibilità che hanno le persone riguardo a questo tema.


Pensa che anche in Italia il fenomeno del fast fashion vada arginato?

Si, anche se non so quanto sia arginabile in tempi in cui le persone hanno sempre meno soldi in tasca e disponibilità a spendere. Sono quindi meno attenti alla qualità, ma soprattutto non si pongono domande sul perché il costo sia così basso. È anche vero che il Fast Fashion si giustifica dichiarando di abbattere i costi non avendo negozi fisici, ma utilizzando algoritmi e passando direttamente dal produttore al consumatore.

Un caso è Temu, di cui si sta parlando nell’ultimo periodo. È importante non dimenticare da dove arrivano certe merci, come vengono prodotte, qual è il rispetto per il mondo del lavoro e soprattutto la questione dei propri dati personali. Più che arginato andrebbe quindi, controllato e regolamentato, avendo come obiettivo un insieme di leggi esatte da seguire.


Quali pensa siano in futuro le maggiori sfide per il settore della moda?

Il settore della moda sta cambiando molto, così come stanno cambiando le abitudini dei consumatori. Nel 2030 molte persone utilizzeranno lo sharing anche per quanto riguarda gli abiti, preferendo prenderli in prestito senza acquistarli. L’approccio è oramai diverso, si evince anche dal successo della second hand economy e delle app che rivendono vestiti usati o quasi nuovi.

Il settore della moda avrà sempre un grande margine nel lusso, ma dovrà stare attento ai bisogni del consumatore. Soprattutto della generazione Z, di cui noi ci occupiamo su AdL Mag e che ragiona in maniera totalmente diversa rispetto a dieci, cinque anni fa. La moda, quindi, deve seguire questo trend sociale, per adeguarsi e continuare ad avere successo. Soprattutto per quanto riguarda la moda italiana.


Pensa che il settore della moda stia rispettando i tempi per gli obiettivi dell’Agenda 2030?

Sicuramente la moda sta cercando di rispettare i tempi dell’Agenda 2030 e probabilmente li rispetterà proprio perché per i consumatori, soprattutto i più giovani, è diventato inaccettabile che un’azienda produca in maniera non etica e non segua i dettami della sostenibilità. Il Green Washing non può funzionare, perché non può funzionare che un’azienda si dica sostenibile senza esserlo.

I controlli sono sempre più stretti e molti episodi recenti dimostrano come un brand possa crollare in breve tempo se quanto dice di fare non fa realmente. Quindi direi che il settore della moda sta crescendo da quel punto di vista e sono convinto che anche per esigenze di business rispetterà gli obiettivi dell’Agenda 2030.


Immagine di copertina: Hannah Morgan, Unsplash


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Marco Lombardo, giornalista professionista dal 1995 con un background in innovazione e tecnologia. Opinionista TV, docente in corsi di Alta Formazione, moderatore eventi e talk. Fondatore del sito TraMe&Tech.

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