Ridefinire il lavoro e la lotta alla povertà nell’era dell’IA per centrare l’obiettivo 8 dell’Agenda 2030
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Ridefinire il lavoro e la lotta alla povertà nell’era dell’IA per centrare l’obiettivo 8 dell’Agenda 2030

La disuguaglianza occupazionale e la persistente povertà colpiscono circa metà della popolazione mondiale, richiedendo migliori politiche economiche e sociali. L'IA sta accelerando la trasformazione, creando 69 milioni di posti, ma eliminandone 83 milioni entro cinque anni. L'Agenda 2030 mira a un lavoro dignitoso per tutti e mentre l'IA apre nuovi scenari, gli investitori ESG possono guidare la transizione digitale sostenibile e responsabile, promuovendo tecnologie etiche.

Circa metà della popolazione mondiale continua a vivere con l’equivalente di due dollari al giorno. In molti casi, avere un lavoro non basta a sfuggire alla povertà. Questa dura realtà evidenziata dall’Onu, richiede una ridefinizione delle politiche economiche e sociali per combattere la povertà. La mancanza persistente di opportunità lavorative adeguate, investimenti insufficienti e consumi bassi rendono particolarmente complessa la costruzione di una società basata sulla partecipazione di tutti al progresso attraverso il lavoro. Per questo creare occupazione di qualità rimane una sfida rilevante all’interno degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Del resto la disoccupazione globale è aumentata da 170 milioni nel 2007 a quasi 202 milioni nel 2012, con circa 75 milioni di giovani donne e uomini, e saranno necessari 470 milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale per coloro che entreranno nel mercato del lavoro tra il 2016 e il 2030.

 

A caratterizzare lo scenario attuale resta una profonda disparità occupazionale ed economica nel Mondo, ribadita dalle crisi economiche e geopolitiche degli ultimi tre anni, che hanno creato un quadro incerto e divergente nei mercati del lavoro. In particolare si è allargata la disparità tra i lavoratori delle economie sviluppate e quelle emergenti, e ciò è accaduto nonostante un numero crescente delle stesse economie abbia iniziato a riprendersi dopo il COVID-19 e i lockdown. I paesi a basso reddito e medio-basso reddito hanno continuato a far registrare una disoccupazione elevata, al contrario i paesi ad alto reddito stanno vivendo crisi in proporzione meno stringenti.

 

In Sudafrica, ad esempio, il tasso di disoccupazione formale è salito al 30%, cinque punti percentuali in più rispetto al periodo pre-pandemico. L'asimmetria della ripresa è peggiorata dalle diverse capacità dei paesi di attuare politiche a protezione della popolazione più vulnerabili e quindi provare a mantenere i livelli di occupazione. Come spiega il rapporto The Future of Jobs 2023 del World Economic Forum, mentre le economie avanzate hanno potuto adottare misure estese, le economie emergenti hanno fornito meno supporto alle imprese e ai lavoratori più vulnerabili a causa del loro spazio fiscale limitato.

 

Nei paesi avanzati lo scenario occupazionale osserva dinamiche diametralmente opposte. Secondo lo stesso rapporto The Future of Jobs, negli Stati Uniti le imprese nel settore della vendita al dettaglio e all'ingrosso di beni di consumo hanno segnalato che circa il 70% delle posizioni aperte rimane non occupato, con quasi il 55% delle posizioni vacanti nel settore manifatturiero e il 45% nel settore del tempo libero e dell'ospitalità. Le imprese hanno anche segnalato difficoltà nel trattenere i lavoratori. Secondo un sondaggio globale condotto alla fine del 2022 in 44 paesi, uno su cinque dipendenti ha dichiarato di avere l'intenzione di cambiare datore di lavoro nell'anno seguente.

 

Tra i traguardi dell’Agenda 2030, all’obiettivo 8 dedicato ad incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti, ha nel punto 8.10 l’intento specifico di rafforzare la capacità degli istituti finanziari interni per incoraggiare e aumentare l’utilizzo di servizi bancari, assicurativi e finanziari per tutti.

 

In futuro l’intelligenza artificiale potrà giocare a riguardo un ruolo da attenzionare, fatto di opportunità e rischi. Nel settore lavorativo - ancora secondo il The Future of Jobs Report 2023 -, l'IA creerà 69 milioni di posti, ma ne eliminerà 83 milioni entro cinque anni. La formazione (re-skilling) sarà quindi cruciale perché ogni lavoratore mantenga la propria competitività. Resta di primo piano anche il ruolo degli investitori ESG, perché in grado di poter guidare la transizione digitale sostenibile, sostenendo in questo caso le tecnologie etiche e inclusive. L'impegno con le aziende è essenziale per favorire un'IA responsabile per migliorare nel Mondo le condizioni del mercato del lavoro. 


Immagine: Google Creative Commons

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