UE, i passi indietro su PAC e ripristino della natura
Rubriche

UE, i passi indietro su PAC e ripristino della natura

Passi indietro su PAC e ripristino della natura. Eppure, gli obiettivi 2030 restano, così come le pressanti problematiche che hanno spinto alla loro creazione.

Schiaffi in faccia alla natura, ultimamente, nelle sedi decisionali europee. Dopo la deroga alle norme della condizionalità sugli spazi per la natura del regolamento della Politica Agricola Comune 2023-2027, al Consiglio AgriFish dello scorso 26 marzo è stato approvato un pacchetto di modifiche proposte dalla Commissione Europea, che prevede un indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli. Le motivazioni addotte sono la semplificazione e la volontà di rispondere alle proteste degli agricoltori, che hanno animato la scena internazionale negli ultimi mesi. 

La revisione prevede, tra l’altro:

  • Deroghe in caso di condizioni climatiche impreviste;
  • Modifiche agli standard relativi alle buone condizioni agricole e ambientali (BCAA) proposti dalla Commissione europea;
  • Esonero, per le aziende con meno di dieci ettari, da controlli e sanzioni;
  • Possibilità per due volte all’anno di modifica dei piani strategici da parte dei singoli Paesi.
 

Secondo la Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, le modifiche della Pac “non sono una semplificazione ma un attacco al futuro rendendo la nostra agricoltura meno resiliente di fronte alle sfide ambientali globali.[…]È urgente un confronto allargato su questo tema che non può essere limitato alle sole organizzazioni agricole, perché il futuro dei sistemi agroalimentari interessa tutti i cittadini e non solo gli agricoltori” prosegue la Coalizione, che comprende in Italia oltre 90 Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura biologica e biodinamica, tra cui Slow Food, Associazione Medici per l’ambiente, Aiab, Legambiente e Wwf. “Questo pacchetto di riforme non solo riporterà la PAC indietro di oltre 25 anni ma danneggerà in particolare tutte quelle aziende agricole che hanno convintamente intrapreso la strada dell’agrogeologia, e renderanno tutto il sistema agricolo ancora più vulnerabile agli effetti della perdita di biodiversità e della crisi climatica”.

Quasi contemporaneamente, il 25 marzo la legge Ue sul ripristino della natura subiva un arresto, generato dall’astensione dell’Ungheria, che si è aggiunta a quella di Austria, Finlandia, Polonia, Belgio e al no di Italia, Svezia e Paesi Bassi. Il blocco- con concomitante rimozione del punto dall’agenda- è avvenuto a dispetto di un accordo già raggiunto con l’Eurocamera, che i ministri dell’ambiente avrebbero dovuto consolidare al Consiglio. Avanzata a giugno 2022, la proposta di legge rappresentava uno dei pilastri chiave della Strategia europea per la biodiversità, nata allo scopo di allineare l’Unione europea agli impegni internazionali assunti con l’accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità.

Al contrario, l’Unione rischia di presentarsi alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità-la Cop16 in Colombia, il prossimo ottobre- a mani vuote, ossia senza una legge sulla natura. La Commissione europea si è detta estremamente “rammaricata” di non poter finalizzare l’accordo provvisorio. “Ne va della ‘credibilità’ dell’Ue tanto sul piano internazionale quanto sul piano interno e decisionaleha commentato il commissario europeo all’ambiente, Virginijus Sinkevičius.

Allo stato attuale, i due avvenimenti rappresentano pesanti passi indietro dal punto di vista ambientale, eppure gli obiettivi dell’Agenda 2030 restano, così come le pressanti problematiche che hanno spinto alla loro creazione. Come cambiare marcia e prospettiva? Come diventare resilienti alle pressioni prediligendo, anche nelle crisi, soluzioni che non compromettano gli sforzi messi in campo in anni di lavoro? Riconoscere che il ripristino degli ecosistemi naturali- capaci di contrastare la crisi climatica e sostenere la fauna selvatica- è un’occupazione agricola essenziale al benessere e alla sicurezza della società potrebbe essere un buon punto di partenza. Adattare a questo assunto le politiche agricole e i sussidi che ne costituiscono la base, poi, potrebbe essere un promettente prosieguo.


Immagine di copertina: Vincent van Zalinge, Unsplash

N_CSR

Potrebbero interessarti ...

  • Su di noi

    Nonsoloambiente è un magazine online interamente dedicato all’informazione ambientale, che vuole offrire un contributo alla diffusione della cultura sostenibile, donando ai suoi lettori una visione pluralista e aggiornata sulle principali novità del settore, attraverso contenuti freschi, originali e di qualità.