Energia mondiale più pulita, ma alla transizione manca equità
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Energia mondiale più pulita, ma alla transizione manca equità

Se il goal 7 dell'Agenda 2030 invoca accesso a un'energia sostenibile per tutti, il World Economic Forum rileva le sfide della transizione in materia di equità.

Si fa presto a dire transizione energetica, ma a che punto siamo? Secondo il rapporto Fostering Effective Energy Transition 2023 del World Economic Forum, dopo un decennio di progressi, la transizione energetica globale si è stabilizzata, complici la crisi globale e le contingenze geopolitiche. Se da un lato ci sono stati ampi progressi in materia di energia pulita e sostenibile, dall'altro stanno emergendo sfide che riguardano l'equità della transizione e del relativo sviluppo. Un valore che, secondo l'obiettivo 7 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è fondamentale perseguire e garantire. 

Energia pulita e accessibile a tutti

L'obiettivo 7 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite prevede che i Paesi si impegnino a garantire a chiunque l’accesso all’energia, con sistemi efficienti e sostenibili.

Più di altri goal si riferisce, dunque, al necessario processo di decarbonizzazione per sostituire un’economia basata sull’utilizzo delle fonti fossili con un sistema economico incentrato sulle energie rinnovabili.

Allo stesso tempo, introduce inoltre il concetto di differenze di diffusione dei moderni mezzi elettrici tra le diverse aree del mondo, approcciando da molteplici punti di vista la problematica dell'iniquità della transizione.

L'Energy Transition Index

L'Energy Transition Index del World Economic Forum mette a confronto 120 Paesi, prendendo in esame la performance del loro sistema energetico in relazione alle attuali condizioni.

Quest'anno, l'ETI ha utilizzato un quadro aggiornato che riflette i cambiamenti emergenti nel panorama energetico globale. L'edizione 2023 ha inoltre valutato per la prima volta lo "slancio di transizione" dei differenti Paesi,  in modo da far risaltare al meglio l'urgenza di progressi coerenti verso una transizione tempestiva ed efficace.

Ne risulta che, grazie all'aumento dei volumi di investimenti in energia pulita, al miglioramento dei quadri normativi, alle innovazioni tecnologiche e all'urgenza di affrontare la crisi climatica, alcune tendenze a lungo termine della transizione energetica globale sono positive.

Il report: le principali evidenze

Nell'ultimo decennio, il 95% dei Paesi ha incrementato il proprio punteggio ETI totale, con miglioramenti più pronunciati per i Paesi che consumano grandi quantità di energia. D'altro canto, i passi avanti hanno subito un significativo rallentamento negli ultimi tre anni, mostrando inoltre diverse falle in materia di equità a livello nazionale e internazionale.

In sintesi:

  • I punteggi ETI medi globali sono aumentati del 10% dal 2014, ma hanno mostrato solo una crescita marginale negli ultimi tre anni;
  • L'equità è stata compromessa poiché negli ultimi anni la transizione è stata  incentrata sulla sicurezza energetica, che ha notevolmente deviato e incanalato gli sforzi;
  • I 10 Paesi con performance più alte rappresentano solo il 2% delle emissioni globali di CO2 derivanti dalla combustione di carburante, il 4% della fornitura totale di energia e il 2% della popolazione mondiale;
  • Solo 41 Paesi hanno compiuto progressi costanti nell'ultimo decennio;
  • Dei 120 Paesi, 113 hanno compiuto progressi nell'ultimo decennio, ma solo 55 hanno migliorato i propri punteggi di oltre 10 punti percentuali.
  • La Svezia guida la classifica mondiale, seguita da Danimarca e Norvegia.

I grandi centri di domanda emergenti, come la Cina, l'India e l'Indonesia, hanno fatto registrare forti miglioramenti.

Conclusioni

Secondo quanto espresso nel report, l'attuale slancio di transizione energetica nel mondo risulta insufficiente in relazione al tempo rimasto per agire efficacemente. “La mancanza di progressi coerenti ed equilibrati evidenzia la sfida che molti Paesi devono affrontare durante la transizione energetica. In risposta, i Paesi devono valutare la propria preparazione alla transizione e quindi pianificare di risolverli (o disporre di una tabella di marcia per risolverli) prima della fine del decennio” conclude l'analisi. “Le politiche e i partenariati saranno al centro della definizione di una transizione energetica equilibrata, ma solo se gestiti in modo efficace, incoraggiando gli investimenti nell'energia pulita, promuovendo l'innovazione, incoraggiando l'efficienza energetica e garantendo che la transizione vada a beneficio di tutti i segmenti della società”.


Immagine: Grahame JenkinsUnsplash

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