Crowdfunding civico e Civic Hacking, i cittadini a servizio delle città

Crowdfunding civico e Civic Hacking, i cittadini a servizio delle città

Cosa sono il civic crowdfunding e il civic hacking? Forme di attivismo e raccolta fondi dal basso, costituiscono un ponte tra istituzioni e cittadinanza che, attraverso piattaforme digitali e una rete di relazioni offline, partecipa in prima persona allo sviluppo di progetti di pubblica utilità.

Siamo nell'era della condivisione di idee. Ma anche le idee migliori, si sa, hanno un costo e hanno bisogno di finanziamenti. Quante volte ci è capitato di sperimentare sulla nostra pelle malfunzionamenti nei servizi e quante volte abbiamo desiderato intervenire in prima persona per migliorarne la qualità o colmare una lacuna dell'offerta?

A valle di questi presupposti si situano tipologie di azione dal basso come il civic hacking e il crowdfunding civico. Per prendere in prestito le parole della definizione di Ben Campbell, programmatore e attivista, i civic hacker sono "cittadini che sviluppano applicazioni proprie in grado di dare alla gente benefici semplici e tangibili negli aspetti di vita civica e comunitaria". Senza fini di lucro, solo perché credono nei principi dell'open government e della cittadinanza attiva.

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Utopia? Forse per chi pensa secondo i canoni economici tradizionali, ma non per le migliaia di persone che, lo scorso 6 giugno, hanno partecipato da ogni parte degli Stati Uniti al National Day of Civic Hacking, Giornata Nazionale dedicata all'argomento, per lavorare insieme e open source a soluzioni tecnologiche che migliorassero comunità e istituzioni.

Dall'altro lato, il civic crowdfunding è una tipologia di raccolta fondi dal basso di cui un numero crescente di soggetti istituzionali come comuni, enti provinciali o municipalità si sta servendo per finanziare opere pubbliche e attività di restauro del tessuto urbano. Secondo la definizione di Alessio Barollo e Daniela Castrataro che, in occasione del Torino Crowdfunding, hanno presentato una proposta per lo sviluppo di una piattaforma di questo tipo sul territorio italiano, il crowdfonding civico "si qualifica come il finanziamento collettivo di opere e progetti pubblici – al di fuori del budget dell'ente o amministrazione interessati – effettuato da cittadini, organizzazioni e società private, talvolta in match funding con le stesse amministrazioni".

Una formula che propone, dunque, di superare la separazione concettuale tra le sfere del privato, del pubblico e dell'impresa in vista del benessere comune: il civic crowdfunding si differenzia dal semplice crowdfunding, suo parente, perché si fonda su un valore affettivo nei confronti del territorio e nel rafforzamento dei legami con la comunità di appartenenza.

Da un lato, garantisce ai cittadini la possibilità di accedere alle informazioni sul progetto sostenuto in qualunque momento attraverso la rete tentando, in questo modo, di colmare una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni grazie a una maggiore trasparenza; dall'altro, apre prospettive di coinvolgimento più ampie che, puntando al rapporto umano e andando ben oltre il digitale, si rivelano fondamentali soprattutto in settori tuttora spesso ancorati a dinamiche offline.

Questa doppia valenza dà al crowdfunding civico quel quid in più che può trasformarlo nella possibilità reale di collaborare con gli enti pubblici, le associazioni di cittadini e le organizzazioni no profit con l'obiettivo di finanziare progetti di ogni tipo: dall'ambiente all'arte, dalla gestione del territorio alla cultura, a tutto quel che è utile e auspicabile per smart city del futuro a misura di cittadino.

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