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Come ogni anno, il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle zone umide. Scrigno di biodiversità ed ecosistema chiave in termini di resilienza climatica, le zone umide sono un patrimonio a rischio, da tutelare con estrema urgenza.
It's Time for Wetlands Restauration, è il momento di agire per il benessere delle zone umide. Il significato letterale della call-to-action della Giornata mondiale delle zone umide 2023 è chiaro. Ma cosa si intende esattamente per zone umide, perché sono importanti e perché è necessario intervenire per tutelarle?
La Giornata Mondiale delle zone umide
Dal 1971, il 2 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Wetlands Day, Giornata Mondiale delle zone umide. Dedicata a lagune, stagni, laghi, paludi, risorgive, la ricorrenza celebra l'importanza delle zone umide, aree chiave per la biodiversità e- forti del loro ruolo di riserve idriche e sentinelle contro gli eventi meteo estremi, come alluvioni e siccità- persino per la sopravvivenza del genere umano.
La data ricorda l’adozione della convenzione omonima per la loro tutela, firmata appunto il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar. Dal 2021, il WWD è stato riconosciuto ufficialmente anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Zone umide, perché sono fondamentali
Come sottolinea il materiale comunicativo dedicato alla giornata, il benessere delle zone umide del mondo è fondamentale per molte ragioni:
- L'acqua dolce è rara: solo il 2,5% dell'acqua sulla terra è dolce, per lo più immagazzinata nei ghiacciai e nelle falde acquifere. Ne consegue che meno dell'1% è utilizzabile, di cui lo 0,3% si trova in zone umide, come fiumi e laghi.
- Le zone umide immagazzinano più carbonio delle foreste. Nello specifico, le torbiere ricoprono solo il 3% del nostro pianeta, ma in esse si accumula il 30% di tutto il carbonio terrestre; le zone umide costiere come le mangrovie sequestrano e immagazzinano il carbonio fino a 55 volte più velocemente rispetto alle foreste pluviali tropicali.
- Le zone umide aiutano a far fronte a tempeste e inondazioni: nelle zone costiere, dove il 60% dell'umanità vive e lavora; nell'entroterra, dove un singolo acro di palude può assorbire fino a 1,5 milioni di litri di acque reflue.
- Le zone umide sono una fonte di sostentamento e cibo. Oltre un miliardo di persone vive infatti di pesca, acquacoltura e turismo e, in particolare, le risaie delle zone umide forniscono riso a 3,5 miliardi di persone.
Perché tutelarle e perché agire ora
L'immenso valore ambientale e socio-economico delle zone umide non è sufficiente a metterle al riparo da un incalzante processo di distruzione, che gli ha procurato il triste primato di ecosistema più minacciato della Terra.
Secondo i dati riportati dagli esperti, le zone umide stanno, infatti, scomparendo tre volte più velocemente delle foreste posto che, dal 1970, oltre il 35% del totale è stato degradato o perso.
Prosciugate da un lato per essere adibite all'agricoltura e all'edilizia urbana, le zone umide rappresentano altresì un habitat naturale a rischio per via dell'inquinamento delle acque e della pesca intensiva, tanto che una specie di acqua dolce su tre e il 25% di tutte le specie delle zone umide rischiano l'estinzione.
Una tendenza di proporzioni catastrofiche, per invertire la quale è necessario agire con solerzia. E' tempo, dunque, di ripristinare le zone umide, invitando l'opinione pubblica a prendere consapevolezza della loro importanza e i decisori politici a muoversi di conseguenza, con tempestività e strategia.
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