Che cos’è l’ingegneria dei rischi naturali?
Sostenibilità

Che cos’è l’ingegneria dei rischi naturali?

 

Per conoscere e far fronte alle calamità naturali che possono manifestarsi su un territorio, si ricorre all’ingegneria dei rischi naturali; uno strumento che costituisce un importante supporto ai decisori e ai portatori di interesse di comunità, infrastrutture e ambiente.   

Tutti noi percepiamo il crescente impatto degli eventi naturali su scala planetaria, sia a livello economico sia in termini di vite umane, come conseguenza di fenomeni quali i cambiamenti climatici, lo sviluppo demografico e la crescente urbanizzazione. Occorre un approccio tecnico e quantitativo per valutare e misurare in maniera utile e oggettiva il rischio da eventi naturali che interessa un territorio con i suoi insediamenti abitativi, le infrastrutture e gli ambienti naturali di cui è costituito.

Stiamo parlando di ingegneria dei rischi naturali, uno “strumento” utilizzato per studiare i rischi da fenomeni naturali, sia allo scopo della buona gestione e pianificazione territoriale, sia per la progettazione e la gestione di specifiche strutture o infrastrutture anche critiche (es. infrastrutture di trasporto, energetiche, telecomunicazioni, ecc.).

Grazie all’ingegneria dei rischi naturali è possibile valutare il rischio, ponderarne l'accettabilità e la tollerabilità, oltre che identificare le possibili strategie di mitigazione e i relativi costi di eventi naturali come: terremoti, frane, alluvioni, incendi, tsunami, ondate di calore, gelate, vento e altri.

Analisi del rischio

Il rischio rappresenta la previsione del danno che potrebbe essere indotto in un dato intervallo di tempo da un evento naturale, o causato dalle attività dell’uomo, a elementi vulnerabili quali la popolazione, gli insediamenti abitativi e le infrastrutture.

Nel 1978 UNDRO (United Nations Disaster Relief Organization) e UNESCO hanno definito una formula che prende in considerazione tre parametri: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione degli elementi al rischio.

R= P x V x E

L’analisi di rischio comprende le seguenti fasi:

  • Analisi di pericolosità
  • Analisi di vulnerabilità
  • Analisi di esposizione
  • Stima del rischio

Spesso i concetti di pericolosità e vulnerabilità vengono utilizzati come sinonimi; in realtà hanno due significati ben diversi.

Per pericolosità s’intende la probabilità che un fenomeno potenzialmente dannoso (ad esempio un evento metereologico estremo) si verifichi in un’area e in un periodo di tempo definiti. Per esempio le aree in prossimità di corsi d’acqua presentano una pericolosità idraulica maggiore rispetto a zone più lontane, poiché maggiore è la probabilità di eventi alluvionali.

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La vulnerabilità invece, riguarda il livello atteso danno che un evento naturale può provocare a territori, attività antropiche e comunità. Questo aspetto considera dunque gli effetti negativi, le perdite di vite e i danni economici che un certo evento naturale può provocare, a seconda delle tipologie di elementi vulnerabili in esame.

Il parametro di esposizione quantifica la presenza o la consistenza di una categoria di elementi vulnerabili nell’area di studio nel periodo temporale di riferimento.

Le analisi di pericolosità, vulnerabilità, esposizione e rischio possono essere condotte tramite modelli esistenti o mediante lo sviluppo di modelli quantitativi specifici. 

 

Gestione del rischio

Una volta effettuata l’analisi del rischio, la sua gestione viene affrontata metodologicamente in conformità con le linee guida ISO 31000:2009 "Gestione del rischio: principi e linee guida" e prevede diversi step progressivi:

  • Definizione del contesto
  • Valutazione del rischio
  • Identificazione del rischio
  • Analisi del rischio
  • Ponderazione del rischio
  • Trattamento del rischio

Tutte queste fasi sono soggette a regolare monitoraggio e riesame poiché le condizioni potrebbero modificarsi nel tempo; inoltre l’interazione tra i tecnici e le figure interessate è fondamentale al fine di assicurare continuità ed efficacia del processo di gestione.

Nella fase di ponderazione del rischio, si confrontano i rischi stimati con soglie di tollerabilità o accettabilità stabilite dalle Normative o dalle figure interessate.

In caso di superamento di tali soglie, nella fase di trattamento del rischio si svolge un’analisi sulle misure da prevedere per la sua mitigazione.

Gli interventi di mitigazione possono riguardare la pericolosità (ad esempio, stabilizzando un versante per diminuire la probabilità di innesco di frane), la vulnerabilità (realizzando ad esempio barriere a protezione di infrastrutture viarie) e l’esposizione (ad esempio, tramite l’implementazione di di sistemi di allerta precoce che impediscano la presenza di persone in situazioni di pericolo). Un approccio quantitativo consente la progettazione e la valutazione comparativa di molteplici scenari di mitigazione, costituendo un utilissimo supporto all'analisi decisionale per la gestione del rischio.

Sinergie e flessibilità

Il processo di gestione del rischio può avvalersi di opzioni metodologiche e tecniche che ne amplificano l’efficacia e la facilità di comunicazione.

Ad esempio, poiché un territorio è generalmente esposto simultaneamente a più eventi dannosi, la gestione del rischio può essere affrontata con un approccio multi-rischio, il quale consente di stimarne l’effetto complessivo tenendo in considerazione le possibili relazioni causali tra i vari rischi e i conseguenti effetti a cascata.

Dal punto di vista tecnologico, invece, l’implementazione di un’analisi di rischio può essere abbinata allo sviluppo di sistemi GIS (sistema informativo territoriale), al fine di ottenere mappe tematiche e di zonazione di pericolosità, vulnerabilità e del rischio stesso, nonché la valutazione territoriale degli scenari di mitigazione.

È inoltre possibile integrare il modello di rischio con dati di monitoraggio per ottenere in tempo reale il livello di rischio sul territorio, consentendo l’attivazione tempestiva di sistemi di allerta. Il processo di gestione del rischio può dunque essere adattato e cucito su misura per svariate tipologie di rischio e per territori molto diversi.

L’ingegneria del rischio è dunque un’arte intrinsecamente creativa, finalizzata alla sicurezza e alla buona gestione dei territori nei quali viviamo.  

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