AgriTalks: primo panel Brasile-Italia sulle innovazioni per la sostenibilità agroozotecnica
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AgriTalks: primo panel Brasile-Italia sulle innovazioni per la sostenibilità agroozotecnica

Discussi a Roma i piani dei ricercatori e delle aziende per la nuova agricoltura a basse emissioni del Brasile


Nell’ambito del primo AgriTalks Brasile – Italia si sono riuniti a Roma i rappresentanti del mondo dell’agribusiness e della ricerca agraria e zootecnica. Il convegno, cui hanno partecipato delegati dei maggiori enti di ricerca Brasiliani ed aziende agrizootecniche brasiliane, oltre che della FAO, di Confagricoltura, Coldiretti, CREA e del MIPAAF, ha analizzato in profondità le prospettive di una agricoltura a basse emissioni di carbonio, illustrando le strategie brasiliane per una politica agronomica che interrompa il disboscamento dell’ecosistema amazzonico e si concentri sull’utilizzo delle aree non boschive del Paese. Il Brasile, infatti, con un’estensione pari a circa 28 volte quella dell’Italia, nutre oggi quasi il 10% della popolazione globale (soprattutto esportando verso Paesi a basso e bassissimo reddito) e si è posto l’ambizioso obiettivo di ampliare la propria produzione agricola senza intaccare la foresta amazzonica.  

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la foresta in piedi vale più della foresta tagliata” ha affermato Celso Moretti, Presidente di EMBRAPA, l’ente nazionale di ricerca agrozootecnica, riferendosi al piano dei ricercatori brasiliani di trasformare parte del cerrado, la vasta area interna del Brasile, incolta e dalle caratteristiche climatiche simili alla savana, in una zona fertile in cui coltivare grano.

Da più parti si è affermato come la collaborazione scientifica ed economica tra Italia e Brasile può portare ad un aumento della produzione di cereali nel paese sudamericano, con un miglioramento per la vita dei contadini Brasiliani, ed in più favorire l’arrivo in Europa di cereali a prezzi contenuti, dopo che l’invasione dell’Ucraina, storico produttore di frumento, ha creato enormi scompensi sui mercati dei prodotti agricoli ed alimentari.

L’importanza della sostenibilità di un tale piano è stata oggetto di dibattiti con gli esperti delle controparti italiane, che hanno sottolineato come le particolari condizioni climatiche del bioma dell’entroterra brasiliano consentano fino a 3 raccolti l’anno, e come la coordinazione scientifica e di mercato tra Europa e Brasile consentirebbe di aumentare del 400% la produzione agricola del Paese aumentando solo del 50% la superficie coltivata.

Alessandra Pesce, direttrice del CREA, ha voluto sottolineare come, nonostante le diversità tra i due paesi, la ricerca scientifica ha delle chiare direttrici comuni, e come uno sviluppo cooperativo dei piani del paese sudamericano sia auspicabile per i ricercatori di entrambe le nazioni.

Lungo anche il dibattitto sulla produzione di carne bovina, ad oggi oggetto di aspre critiche per i fenomeni di disboscamento selvaggio messi in atto per procurare pascoli “a basso costo” per le grandi mandrie sudamericane. Le moderne industrie dell’allevamento stanno oggi collaborando attivamente alla salvaguardia del territorio, ed hanno avviato un processo di sostenibilità insieme agli enti governativi, che include il ricorso a tecnologie di ultima generazione per la gestione di capi di bestiame e pascoli, e piani per compensare le emissioni di CO2 derivanti dall’allevamento tramite un sistema integrato di piantumazione in compensazione e riforestazione attiva.  

“Il Brasile, oltre ad avere un parco industriale importante, è fiero di essere una potenza agroambientale, detenendo un mix energetico tra i più rinnovabile al mondo (il più rinnovabile tra i grandi paesi), e avendo il 66% del suo territorio coperto da vegetazione native” ha dichiarato a Nonsoloambiente Felipe Neves Caetano Ribeiro, Capo dell’ufficio Agribusiness dell’ambasciata, “Forse l’aspetto più importante dell’Agritalks è quello di sottolineare che la sostenibilità è un argomento che richiede anche la partecipazione della scienza, nonché la collaborazione tra Stati, con differenti esperienze nei loro territori.” “La sostenibilità non può mai essere strumentalizzata” ha continuato il diplomatico “come pretesto per il protezionismo commerciale e deve essere vista sotto un’ottica positiva, propositiva e risolutiva. Questa è l’ottica brasiliana e che credo sia molto utile, per esempio, all’Europa”.

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