Contaminazione PFAS nelle acque piemontesi: la situazione attuale
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Contaminazione PFAS nelle acque piemontesi: la situazione attuale

Un recente rapporto di Greenpeace ha evidenziato la presenza di PFAS nelle acque di oltre 70 Comuni. Qual è la situazione e a chi spetta risolverla?

In Piemonte, 125mila persone potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFOA, una molecola appartenente al gruppo dei PFAS: a rivelarlo è il recente report di Greenpeace, che ha evidenziato come questa sostanza sia stata rilevata nelle acque di oltre 70 Comuni, compreso Torino, della città metropolitana.

PFAS: cosa sono e cosa comportano

Le sostanze perfluoroalchiliche, note con l'acronimo PFAS, sono state sviluppate per la prima volta negli anni Quaranta come composti chimici di sintesi. Attualmente, esistono più di 4.000 tipi di PFAS, ampiamente impiegate nel settore industriale. Questi composti sono caratterizzati da una notevole resistenza ai comuni processi di degradazione naturale, attribuibile alla robustezza dei legami tra gli atomi di fluoro e carbonio.

Proprio queste caratteristiche, rendono i PFAS sostanze pericolose per l’ambiente, nel quale si possono accumulare anche per anni, e per l’uomo. I principali rischi sono legati alla loro penetrazione nelle falde acquifere, e persino nelle piante.
 

Entrando nel ciclo alimentare, l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha rilevato che possono provocare un incremento dei livelli di colesterolo negli esseri umani, mentre altre ricerche hanno evidenziato alterazioni a carico del fegato e della tiroide, nonché del sistema immunitario e riproduttivo, e hanno individuato legami con alcuni tipi di tumore.

 

La situazione in Piemonte

L’analisi delle acque piemontesi ha interessato 671 campioni di acqua potabile, tra il 2019 e il 2023, con le maggiori concentrazioni rilevate in provincia di Alessandria.
 

Se questa notizia, purtroppo, non è nuova (ad Alessandria si trova la Solvey Specialty Polymers, uno dei principali produttori di PFAS in UE e unico in Italia), le rilevazioni non delineano un quadro positivo nemmeno per l’area torinese: dai dati riguardanti la rete idrica di 291 Comuni della città metropolitana di Torino è emersa la presenza di PFAS in 77 di questi (26,5% del totale).

Nello specifico, per la città metropolitana di Torino il 45% dei campioni è risultato positivo alla presenza di PFAS.
 


Contaminazione da PFAS in altre regioni d’Italia

Il problema non interessa, purtroppo, soltanto il Piemonte: è noto il caso veneto dell’azienda Miteni S.p.A. che, a seguito della provata contaminazione della falda freatica di questa zona, ha dichiarato fallimento e ha chiuso definitivamente nel 2018.
 

In Lombardia, i rilevamenti eseguiti da Greenpeace nel 2023 hanno fatto emergere un quadro preoccupante, con presenza di PFAS in praticamente tutti i fiumi del territorio. Oltre a Milano, anche altre località nelle province di Lodi, Bergamo, Como e Varese devono fare i conti con concentrazioni di PFAS che superano i limiti consentiti dall’UE.

Critica anche la situazione in Toscana, e in particolare nelle acque della zona di Rosignano Solvay, dove si trova un secondo stabilimento di questa fabbrica. Qui, la presenza di PFAS e sostanze inquinanti è tale da aver generato una spiaggia definita “caraibica”, in quanto di colore chiarissimo.
 


Greenpeace, serve un intervento deciso

È più che mai necessario che le istituzioni locali siano trasparenti e mettano cittadini e cittadine al corrente dei loro dati sulla contaminazione da PFAS, ma non solo. C’è bisogno di un intervento deciso per eliminare del tutto queste fonti inquinanti pericolose per la salute anche in basse concentrazioni, viste le chiare evidenze scientifiche. Cittadini e cittadine hanno il diritto di bere acqua pulita ed è compito delle istituzioni fare in modo che ciò accada”, sottolinea Greenpeace.
 

Le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), nell’acqua degli acquedotti piemontesi, risultano a livelli fortemente inferiori ai limiti previsti dalla legge. Pertanto l’acqua analizzata rispetta i parametri di potabilità e non si ipotizzano rischi immediati per la salute. Difficilmente saranno introdotti obblighi di controllo aggiuntivi sulle acque”. Questa la comunicazione- riportata sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte- che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha riportato in aula in merito alla questione, in risposta alle interrogazioni dei consiglieri Giorgio Bertola (Europa Verde), Sean Sacco (M5s) e Francesca Frediani (M4o). I tre consiglieri hanno segnalato che già cinque Paesi membri (Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia) hanno presentato all'Agenzia Ue per le sostanze chimiche (Echa), una proposta per vietare i Pfas in tutta l’Unione Europea a partire dal 2026.  


Immagine di copertina: PixabayPexels

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