#SustainableTalks: IKEA Ancona
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#SustainableTalks: IKEA Ancona

Per i #SustainableTalks di oggi abbiamo intervistato Davide Niemeijer, Sustainability Specialist di IKEA Ancona.


Come la vostra azienda ha integrato nella sua strategia un percorso di sostenibilità e che tipo di pratiche ha intrapreso per creare un ecosistema virtuoso?

La sostenibilità in Ikea fa un po’ parte del DNA dell’azienda. Abbiamo iniziato il lavoro da moltissimi anni, prima si chiamava responsabilità ambientale, poi responsabilità ambientale e sociale e intorno al 2021 si è fusa diventando sostenibilità. Per noi significa principalmente occuparsi di tre macro-temi. Una parte relativa a Healty and Suistanble living, cerchiamo quindi di ispirare una vita più salutare e migliore per tutti i nostri clienti offrendo e suggerendo soluzioni più sostenibili a casa. A partire dalla conoscenza delle materie prime, la loro tracciabilità, soluzioni spendibili per l’efficientamento energetico domestico, il risparmio idrico, la raccolta differenziata e da qualche anno il focus è sulla circolarità. C’è poi una parte legata a Ikea, quello che facciamo noi, il Circular and Climate positive ovvero l’efficientamento energetico in tutti i punti venditi e su tutta la filiera. Trasformare poi un sistema nato in modo lineare, che utilizza le materie prime fino alla fine della vita del prodotto, ad un sistema 100% circolare. Questo è il nostro obiettivo per il 2030. Infine, c’è la parte tipica di ogni unità operativa, Fair and Equal, lavorare quindi per minimizzare le disuguaglianze sulle comunità locali dove si trovano i negozi. Questo si sviluppa con delle relazioni con le associazioni, gli enti e tanti stakeholder che vengono mappati e tenuti al corrente di tutte le nostre iniziativi per poter tessere relazioni stabili e di trasformazione con tutta la comunità. Perché se la comunità prospera, anche Ikea prospera.

 

Quali sono state le criticità maggiori?

La sfida più grande, a mio avviso, riguarda la circolarità. Perché per un gruppo che nasce da un concetto legato al volume, con lo sviluppo della società che prevede da qui al prossimo decennio tre miliardi di nuovi consumatori che usciranno dalla povertà e avranno un potere di acquisto equiparato a noi essere sostenibili sarà difficile. Dal punto di vista del negozio la mia vera sfida, occupandomi di un’unità operativa ad Ancona, è quella di far vivere la sostenibilità non tanto come una direttiva ma generare un senso di engagement, di appartenenza e propositività da parte di tutti gli stakeholder. Sia esterni che interni. La matrice culturale è fondamentale, la preparazione, il grado di istruzione e anche la zona. Avendo gestito più punti vendita in passato, ho potuto riscontrare che i mercati, nonostante gli obiettivi siano gli stessi, sono molto differenti. C’è quindi uno sfasamento culturale che piano piano dovrà essere omogenizzato.

 

Come, il tema della sostenibilità, è stato integrato nella vostra comunicazione interna ed esterna?

In passato abbiamo fatto per molti anni un report di racconto, che ci ha dato la consapevolezza di dove eravamo e la strada da percorrere per arrivare ai grandi obiettivi. Questo report è stato condiviso nel decimo anno di edizione con tutti gli stakeholder locali, per comunicare anche all’esterno. All’interno utilizziamo tutti i veicoli possibili, dalle bacheche cartacee a dei momenti condivisi, per raccontare a tutti i nostri dipendenti e creare partecipazione e senso di appartenenza. Se i nostri dipendenti sono coinvolti e orgogliosi di lavorare in questa azienda le performance sono poi migliori per tutti.


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Davide Niemeijer è lo specialista di sostenibilità di IKEA Ancona. Laureato in ingegneria per l’ambiente e il territorio all’Università Politecnica delle Marche e con una esperienza negli uffici di urbanistica, edilizia privata ed ambiente del Comune di Camerano (AN), dal 2006 in IKEA si occupa di sviluppare le strategie di sostenibilità dettate da IKEA Italia e di implementarle nell’area di mercato di IKEA Ancona.



Immagine: Semyon Borisov, Unsplash

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