Accesso all’acqua, perché è anche una questione di genere
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Accesso all’acqua, perché è anche una questione di genere

Un recente rapporto di UNICEF e OMS analizza le disuguaglianze di genere in materia di approvvigionamento idrico e strutture igienico-sanitarie.

La sostenibilità è un argomento complesso. Lo dimostra la strategia dell'Agenda 2030, nella quale gli obiettivi presenti non possono prescindere l'uno dall'altro per risultare efficaci in termini globali e territoriali. Secondo il recente rapporto “Progress on household drinking water, sanitation and hygiene (WASH) 2000-2022: Special focus on gender”- pubblicato dal Joint Monitoring Programme (JMP) for Water Supply, Unicef e OMS- l'obiettivo 6 dell'Agenda (“Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie”) è strettamente legato a un altro importante Goal, quello sulla parità di genere.

Acqua e strutture igienico-sanitarie, una questione (anche) di genere

Il rapporto rappresenta la prima analisi approfondita delle disuguaglianze di genere in materia di water, sanitation, and hygiene (WASH).  Principali responsabili delle faccende domestiche e della cura degli altri – tra cui la pulizia, la preparazione del cibo e l’assistenza ai malati –in molte parti del mondo le donne sono le più esposte alle mancanze e ai rischi che riguardano l'acqua e le strutture igienico-sanitarie.

Lo studio sottolinea in particolare che “a livello globale, 1,8 miliardi di persone vivono in famiglie senza approvvigionamento idrico nell’abitazione. Le donne e le ragazze di età pari o superiore a 15 anni sono le principali responsabili della raccolta dell’acqua in 7 famiglie su 10, rispetto alle 3 famiglie su 10 dei loro coetanei maschi. Anche le ragazze sotto i 15 anni (7%) hanno maggiori probabilità rispetto ai ragazzi sotto i 15 anni (4%) di andare a prendere l’acqua. Nella maggior parte dei casi, le donne e le ragazze compiono viaggi più lunghi per raccoglierla, perdendo tempo per l’istruzione, il lavoro e il tempo libero e mettendosi a rischio di lesioni fisiche e pericoli lungo il percorso”.

Dal rapporto emerge, inoltre, che oltre mezzo miliardo di persone condivide ancora i servizi igienico-sanitari con altre famiglie. Una difficoltà che mette a rischio la privacy, la sicurezza e la dignità di donne e ragazze.

Un deterrente per l'istruzione

La disparità in materia di accesso all'acqua e alle strutture igienico-sanitarie genera ulteriore disuguaglianza, influendo pesantemente sulle opportunità di istruzione delle ragazze e delle famiglie povere del mondo e compromettendo, di conseguenza, le loro possibilità di emancipazione.

“Ogni passo che una ragazza compie per raccogliere l’acqua è un passo che la allontana dall’apprendimento, dal gioco e dalla sicurezza” commenta Cecilia Sharp, direttrice Unicef per WASH e sostenibilità. “L’acqua non sicura, la mancanza di servizi igienici e del lavaggio delle mani a casa privano le ragazze del loro potenziale, compromettono il loro benessere e perpetuano cicli di povertà. Rispondere alle esigenze delle ragazze nella progettazione e nell’attuazione dei programmi WASH è fondamentale per raggiungere l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione”.

Le conseguenze di un WASH inadeguato

La carenza e la scarsa qualità dell'acqua, così come i sistemi sanitari inadeguati, si ripercuotono negativamente sulla sicurezza alimentare e sulle possibilità di sostentamento di miliardi di persone.

“Oggi, circa 2,2 miliardi di persone –  1 su 4 – non dispongono ancora di acqua potabile gestita in modo sicuro a casa e 3,4 miliardi di persone – 2 su 5 – non dispongono di servizi igienici gestiti in modo sicuro. Circa 2 miliardi di persone – 1 su 4 – non possono lavarsi le mani con acqua e sapone a casa” denuncia il rapporto, sottolineando lo sforzo che è necessario compiere per cambiare marcia e raggiungere l'obiettivo 6.

“Raggiungere il Goal dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile per l’accesso universale all’acqua potabile gestita in modo sicuro, ai servizi igienico-sanitari e ai servizi igienici di base entro il 2030 richiederà un aumento di 6 volte degli attuali tassi di progresso per l’acqua potabile gestita in modo sicuro, un aumento di 5 volte per i servizi igienico-sanitari e un aumento di 3 volte per i servizi igienici di base. Sono necessari ulteriori sforzi per garantire che i progressi sui WASH contribuiscano all’uguaglianza di genere, comprese considerazioni di genere integrate nei programmi e nelle politiche WASH e la raccolta e analisi di dati disaggregati, per informare interventi mirati che rispondano alle esigenze specifiche di donne e ragazze e di altri gruppi vulnerabili”.

Accesso all'acqua, alcuni progressi

Ferma restante la necessità di accelerare, il rapporto rileva alcuni progressi verso il raggiungimento dell'accesso universale ai servizi idrici e igienici.

Tra il 2015 e il 2022, l'accesso delle famiglie all'acqua potabile gestita in modo sicuro è aumentato dal 69% al 73%. I bagni gestiti in modo sicuro sono passati dal 49% al 57%, mentre gli impianti idrici di base per lavarsi le mani sono passati dal 67% al 75%.


Immagine: Bailey TorresUnsplash

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