#SustainableTalks: Deborah Zani di Rubner Haus
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#SustainableTalks: Deborah Zani di Rubner Haus

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo diriciclo, riuso e biodegradabilità con Deborah Zani, CEO di Rubner Haus.

#SustainableTalks è una rubrica che nasce dalla consapevolezza dell’editore e della redazione di come sia necessario metabolizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato in termini di comunicazione,  identificando nella sostenibilità un driver positivo di ripartenza e crescita personale e professionale. La rubrica continuerà anche nel 2021, sotto forma di interviste realizzate ad esperti di settore e referenti aziendali, con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte, e come vengano rendicontate. Certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente. La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del giovedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dalla redazione in modo autonomo o a fronte di specifiche richieste. Per informazioni scrivete a redazione@nonsoloambiente.it

Maria Grazia Persico

Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Il Gruppo Rubner è nato a Chienes, in val Pusteria, come piccola segheria a energia idraulica di famiglia nel 1926. La passione per il legno e le sue declinazioni e la ricerca di materiali naturali per le strutture delle ville mono e bifamigliari nello specifico, sono il mantra della famiglia Rubner da 4 generazioni. Le parole d’ordine di un vivere nel rispetto della natura secondo Rubner Haus sono riciclo, riuso e biodegradabilità, razionalizzazione delle risorse, riduzione dei consumi e non ultimo, scelta di materiali naturali. Le pareti di una casa Rubner sono costruite in legno, sughero e fibra di legno da sempre. Non vi è possibilità di utilizzare materiali alternativi. Usiamo materiali costruttivi altamente ecologici certificati al 100%, che assicurano un notevole isolamento acustico e termico, scongiurano la presenza di radon, e privilegiano vernici e impregnanti non dannosi per la salute perché privi di formaldeide. Il nostro obiettivo è creare spazi di vita il più salutare possibile, dove la qualità dell’aria, controllata da sistemi di ventilazione che ne assicurano il ricambio, è sempre ottimale.

Per questo collaboriamo abitualmente con tecnici, istituti di ricerca e specialisti dell’ambiente, sottoponiamo i nostri prodotti e i nostri cantieri al controllo di enti indipendenti e disponiamo delle più importanti certificazioni nel mondo della bioedilizia quali, tra gli altri, Natureplus, Biosafe, TÜV Süd e Casaclima. In conclusione, l’attitudine alla sostenibilità è qualcosa di congenito alla nostra nascita, ma siamo anche consapevoli che diventa reale, e non rimane un semplice slogan, solo se organizzata all’interno di una precisa visione che tenga conto in modo organico anche di valori quali la consapevolezza sociale e la responsabilità ambientale. Rubner Haus considera accettabile solo quel tipo di sviluppo, che oltre ad assicurare benessere e soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali, non compromette in alcun modo opportunità e risorse delle generazioni future.

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L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
Non c’è dubbio che la sostenibilità sia un tema sempre più importante a livello generale, incalzato dall'emergenza clima, dalla richiesta di scelte più oculate da parte dei più giovani - si pensi a Greta Thunberg - e ora dall’emergenza Covid-19. Complessivamente, gli edifici in Europa sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, dovute principalmente alla costruzione, all'utilizzo, alla ristrutturazione e alla demolizione. Oggi più che mai è fondamentale riflettere su una scelta ecologica del modo in cui costruiamo. Ursula von der Leyen, nel discorso al Parlamento europeo lo scorso 16 settembre, ha detto: “Sappiamo che il settore delle costruzioni può essere trasformato da una fonte di carbonio in un serbatoio di carbonio se usiamo materiali costruttivi come il legno…”.

Costruire in legno vuol dire essere responsabili per il nostro futuro poiché il legno è l’unico materiale da costruzione in grado di ricrescere naturalmente, è un incredibile immagazzinatore di carbonio e consente un’economia circolare che non produce rifiuti. Comunicare tutto ciò, informare ed educare sono elementi indispensabili per alimentare una consapevolezza che generi un cambiamento.

Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Rubner fa parte di Bundesverband Deutscher Fertigbau (BDF), l’associazione tedesca che riunisce le aziende costruttrici di case in legno a patto che vengano superati criteri di verifica e requisiti elevatissimi per quanto attiene l’efficienza energetica, la tutela ambientale e le basi contrattuali, criteri che vanno ben oltre i requisiti minimi previsti per legge. Tra i prerequisiti tecnici vi è anche il superamento del test di misurazione della concentrazione di formaldeide e altre sostanze inquinanti (VOC) nell’aria all’interno della costruzione, con cui Rubner ha ottenuto la certificazione TÜV SÜD. Il legno utilizzato per le costruzioni deriva dalle foreste certificate dal PEFC, il Programma di Valutazione degli Schemi di Certificazione Forestale.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?
Essendo connaturata all’azienda, la sostenibilità è da sempre il nostro driver di crescita. In questo particolare momento storico in cui il Green Deal promosso dalla Commissione europea punta a fare dell’Europa il primo continente climate-neutral entro il 2050 e sono stati allocati 68,9 miliardi dal Recovery Fund per l’ambiente, più che un driver di competizione, responsabilità ambientale e sostenibilità saranno i nuovi modelli economici e sociali di sviluppo su scala globale. Chi non è sostenibile, è fuori dal mercato.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
Noi lo viviamo già sulla nostra pelle. I nostri clienti mostrano un’attenzione sempre maggiore non solo alla scelta di materiali, vernici e colle non chimiche, ma anche alla qualità dell’aria interna, alla presenza di luce naturale e a soluzioni che preservino dall’elettrosmog. Covid-19 ci ha lasciato la consapevolezza di quanto sia importante costruire e vivere all’interno di una casa salubre: nel 2020, abbiamo registrato un aumento del 20% del volume di richieste di case prefabbricate in legno e il costo medio dei progetti realizzati è cresciuto del 30%.

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