La gestione degli spazi verdi in città

La gestione degli spazi verdi in città

Durante l’ultima “Giornata degli Alberi”, è stato fatto il punto della situazione sulla gestione degli spazi verdi nelle città italiane. Qual è il rapporto tra natura e realtà urbana?

Secondo le statistiche emerse, ognuno di noi dispone di circa 31 metri quadrati di zone non cementificate ma esistono grosse differenze da regione a regione e, soprattutto, difformità di gestione e manutenzione. Complessivamente però, sul territorio nazionale, gli spazi verdi risultano poco curati a mal distribuiti.

A riguardo, Stefano Laporta, presidente di Ispra, ha dichiarato: “Tanto per fare un paragone, a Roma la spesa per la manutenzione e gestione del verde per metro quadro è 4 volte inferiore a quella di Parigi”.

In un tale contesto, a cosa dovrebbero fare riferimento le istituzioni volenterose di cambiare? Dovrebbe essere semplicemente attuata in toto la legge 14 gennaio 2013, n. 10 sull’incremento del verde pubblico e privato nelle città. Sono moltissime le previsioni, spesso non realizzate, che questa disposizione propone per la tutela dell’ecosistema urbano e il conseguente miglioramento della qualità della vita metropolitana.

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Nel testo di legge si afferma che “le Regioni, le Province e i Comuni, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e delle risorse disponibili, promuovono l’incremento degli spazi verdi urbani, di cinture verdi intorno alle conurbazioni per delimitare gli spazi urbani […]”.

Un quadro che non prevede solo un regime di semplice tutela, volta alla conservazione, ma una cura a 360 gradi che spazia dalla qualità dell’aria, all’efficienza energetica; dall’abbellimento delle nuove aree abitative, alla formazione/educazione del personale. Una norma che dovrebbe stare a cuore a chi ama la natura e -soprattutto- la salute pubblica.

Sono numerosissimi gli studi riguardo la relazione tra la natura e le città ma, proprio nel 2013, anno di entrata in vigore della legge, è stata pubblicata l’importante ricerca “Carbon storage and sequestration by trees in urban and community areas of the United States”.

L’analisi sulla situazione ambientale di dieci città americane ha condotto a rilevanti scoperte. Gli alberi non solo ci forniscono ossigeno -come ben sappiamo- ma eliminano anche le polveri sottili, specialmente quel particolato fine molto inquinante prodotto dai sistemi di climatizzazione e dalle autovetture.

Non è quindi un caso se la ‘Nuova Agenda Urbana’ dell’ONU per il 2030 ha inserito tra gli obiettivi delle città sostenibili proprio la creazione di spazi verdi. E altrettanto ha fatto l’Unione Europea, sempre nel 2013, avviando, tra le numerose attività previste all’interno di Europa 2020, la promozione di infrastrutture verdi per ‘far sì che il miglioramento dei processi naturali diventi parte integrante della pianificazione territoriale’.

Nel nostro Paese, oltre alla normativa sopra citata, nell’ultima legge di bilancio è stato aggiunto il credito d’imposta per il verde urbano per abitazioni private e condomini. Il cosiddetto ‘Bonus Verde’ garantirà una detrazione del 36% delle spese sostenute, nel corso del 2018, per interventi straordinari di “sistemazione a verde”.

Sarà quindi necessaria la semplice attuazione delle normative per far sì che il 2018 sia un buon anno (anche) per il patrimonio naturale delle nostre città.

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