La biodiversità a tavola: api, mieli e Dieta Mediterranea

La biodiversità a tavola: api, mieli e Dieta Mediterranea

Le api aprono il Festival della Dieta Mediterranea durante il quale Conapi e Legambiente presentano venerdì 28 luglio alle 18.30, presso il palazzo Vinciprova di Pioppi,  la loro collaborazione che vuole contribuire a dare senso e valore a un’agricoltura senza chimica di sintesi, ecologica, di qualità e legata ai territori.

Le api sono produttrici di biodiversità e i loro mieli sono un alimento significativo della Dieta Mediterranea. Contribuiscono a circa il 70% della impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale.

Il mondo dell’apicoltura, intimamente legato alla tutela dell’ambiente e della salute, nonché fedele indicatore dei mutamenti climatici, rappresenta per Legambiente un nodo strategico nell’affrontare i temi dell’agricoltura e nel definire la diffusione di pratiche agro-ecologiche che rispettino i criteri ambientali minimi, a cominciare dalla biodiversità e dalla fertilità del suolo, elementi fondamentali per garantire la qualità e la sicurezza alimentare.

“L’ape come produttore di miele, l’ape come impollinatore delle piante coltivate e l’ape come impollinatore delle piante spontanee. Questa, in sintesi, l’evoluzione dell’interesse dell’uomo per le api. Infatti esse sottintendono alla gran parte (dal 70 all’80%) dell’impollinazione delle 350.000 specie di piante, in grandissima parte selvatiche, presenti sul nostro pianeta e, in egual percentuale, delle 150 – 200 specie di piante coltivate dall’uomo per la propria alimentazione. Negli ultimi decenni l’ape, grazie anche al lavoro svolto dal compianto Prof. Giorgio Celli dell’Università di Bologna, ha assunto anche il ruolo di bioindicatore dello stato di salute dell’ambiente, e può essere impiegata in tutti quei luoghi, come le città, in cui l’inquinamento va tenuto sotto controllo. Anche la gestione degli orti, in questo senso, è però importante. Citando Giovenale potremo infatti dire “Apis sana in Hortis sano”.

Claudio Porrini, Dipartimento Scienze Agrarie Unibo

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