Rifiuti solidi urbani, Cnr: “Un’emergenza planetaria destinata ad aggravarsi”
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Rifiuti solidi urbani, Cnr: “Un’emergenza planetaria destinata ad aggravarsi”

Nel corso degli ultimi 100 anni il nostro Pianeta è andato incontro ad una urbanizzazione senza precedenti. Una grave conseguenza è l'esponenziale produzione di rifiuti: sarà sempre più importante poterli gestire in modo sostenibile. 

Economia circolare, trasformazione dei rifiuti in risorse, recupero di materia ed energia: temi ampiamente dibattuti che sempre più rivestono carattere di urgenza. Soprattutto in risposta a quella che, nei prossimi anni, è destinata a diventare una vera e propria emergenza dai contorni progressivamente più minacciosi: la produzione di rifiuti urbani è in esponenziale crescita e senza nessun cenno di voler rallentare.
 
Una vera e propria emergenza planetaria: questa la portata del problema emerso nel corso della XXI Conferenza internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani Solid Urban Waste Management, organizzata a Roma da Cnr in collaborazione con Iupac. Le cause? Le persone si spostano le la produzione di rifiuti si sposta con loro.
 
Dal 2010 si è ufficialmente capovolto un equilibrio millenario: per la prima volta sei anni fa la maggior parte della popolazione si trova in aree urbane, anziché in aree rurali. Il cambiamento si evolve come una valanga: se cento anni fa erano solo due su dieci le persone che vivevano in un'area urbana, oggi sono ben sette su dieci e destinate ad aumentare.
 
Dieci anni fa, tre miliardi di persone producevano 0.64 kg di rifiuti procapite. Entro il 2025, 4,3 miliardi di persone produrranno invece 1.4 kg di rifiuti pro capite e non è prevista alcuna inversione di tendenza. Ci si aspetta che la situazione sia più critica nei Paesi in via sviluppo, ma non sempre è così.
 
“New York ha una produzione di rifiuti solidi 19 volte maggiore di Dacca, capitale del Bangladesh, così come un consumo pro capite di energia 28 volte più elevato di quello della città indiana di Kolkata e un consumo d’acqua 23 volte più elevato di Giakarta, capitale dell’Indonesia”, afferma Mario Malinconico, ricercatore dell' Istituto dei polimeri, compositi e biomateriali del Cnr. In questi contesti, il problema principale è rendere più sostenibile l'uso delle risorse, per ridurne l'impatto ambientale.
 
I problemi di sostenibilità tuttavia non sono soltanto delle metropoli più sviluppate: a Buenos Aires e a San Paolo il 70% circa dell'acqua potabile va sprecato, a scapito di milioni di persone che hanno scarso accesso a risorse vitali. In città come Hong Kong, dove vengono prodotte 14mila tonnellate di rifiuti solidi ogni giorno, oppure nei Paesi più poveri, il problema rischia di sfociare sempre più in emergenze di carattere sanitario, con la diffusione di epidemie.
 
L' economia circolare appare sempre più come una necessità non solo per la salvaguardia del pianeta, ma per la salute di miliardi di persone in tutto il mondo. Le enormi differenze di produzione e gestione dei rifiuti e dei problemi connessi mettono in luce una seconda difficoltà legata a questo aspetto: la necessità di soluzioni mirate, a misura dei singoli centri urbani. Difficile poter puntare a soluzioni standard per far fronte ad emergenze così complesse e così diverse tra loro. Una sfida che riusciremo a vincere?
 
 

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