#SustainableTalks: Filippo Capurso di Andriani Spa
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#SustainableTalks: Filippo Capurso di Andriani Spa

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di innovazione nel settore food, filiera sostenibile e strategia From Farm to Fork con Filippo Capurso, Sustainability Coordinator di Andriani S.p.A. Società Benefit.

#SustainableTalks è una rubrica che nasce dalla consapevolezza dell’editore e della redazione di come sia necessario metabolizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato in termini di comunicazione,  identificando nella sostenibilità un driver positivo di ripartenza e crescita personale e professionale. La rubrica continuerà anche nel 2021, sotto forma di interviste realizzate ad esperti di settore e referenti aziendali, con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte, e come vengano rendicontate. Certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente. La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del giovedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dalla redazione in modo autonomo o a fronte di specifiche richieste. Per informazioni scrivete a redazione@nonsoloambiente.it

Maria Grazia Persico

Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Sostenibilità, per Andriani S.p.a., è sinonimo di consapevolezza poiché la nostra strategia di impresa è basata sulla condivisione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Abbiamo, infatti, integrato i principi del Patto Globale delle Nazioni Unite nell’intera gestione aziendale con la volontà di operare attraverso processi virtuosi e all’avanguardia e di affrontare le sfide della globalizzazione in ottica collaborativa e di condivisione. Si tratta di tematiche con cui ci misuriamo quotidianamente, cercando di dare il massimo e di fare sempre meglio. In questa direzione va anche la recente trasformazione dell’azienda in impresa Benefit, con il proposito di ottenere, nei prossimi mesi, la certificazione B-Corp. Vogliamo che il nostro possa essere considerato un esempio da seguire, consci che la sostenibilità è da ritenersi un valore concreto soltanto se condiviso.

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L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
L’entusiasmo manifestato da tutti i protagonisti della vita aziendale nell’essere coinvolti sulle tematiche di sviluppo sostenibile, avendo così modo di rivedere le proprie attività quotidiane sotto una nuova luce, ha rafforzato quel senso di appartenenza già molto radicato nella nostra realtà. Siamo fieri di questo percorso intrapreso, dei propositi che vogliamo traguardare e dei primi riconoscimenti che stiamo ricevendo, a conferma che la strada è quella giusta.

Tale consapevolezza ci porta a considerarci veri e propri ambasciatori del brand, facendo nostri i principi su cui ci siamo impegnati e condividendone i valori. Un’atmosfera che si manifesta anche durante gli appuntamenti di informazione interna, veri e propri workshop, che realizziamo per coinvolgere e per rendere sempre più partecipi dipendenti e collaboratori dello stato di avanzamento delle molteplici iniziative di sostenibilità che l’azienda porta avanti. Per noi è molto importante anche la relazione con i consumatori, per questo motivo i temi della tracciabilità e della sicurezza alimentare sono fondamentali: attraverso una etichettatura chiara e ricca di informazioni dettagliate, registriamo una crescente soddisfazione dei nostri clienti a cui offriremo, nei prossimi mesi, la possibilità di conoscere la storia completa dei prodotti proposti a scaffale, dalla scelta del seme in campo fino al confezionamento nel nostro stabilimento.

Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Dal 2018 abbiamo avviato una partnership con Circularity S.r.l. per definire il Piano Strategico triennale di Sostenibilità collegato al nostro Piano di Sviluppo Industriale e, contestualmente, abbiamo avviato un processo di rendicontazione certificando il nostro impegno attraverso il Report di Sostenibilità, che da quest’anno abbiamo scelto di definire Rapporto di Sviluppo Sostenibile per esprimere con maggiore efficacia il nostro tangibile contributo in favore dei 17 goal dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e riaffermare il nostro supporto concreto e quotidiano ai Dieci Principi del Global Compact. Il Rapporto, che rappresenta anche la nostra Communication on Progress, è una fondamentale “mappa” dei traguardi passati e futuri, anche in ottica di condivisione con stakeholder e consumatori, sulla cui base misuriamo i nostri risultati.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?
Riteniamo che la sostenibilità favorisca l'innovazione, che per noi è una caratteristica distintiva e premiante, e che rappresenti un elemento strategico in grado di innescare nuove dinamiche competitive. Negli anni abbiamo riposto sempre maggior fiducia nel lavoro di squadra, nel pensiero positivo e nell’innovazione come guida del nostro agire quotidiano. Solo così crediamo sia possibile raggiungere un modello di sviluppo che coniughi crescita economica e salvaguardia dell’ambiente e del benessere delle persone con una società prospera.

Proprio in riferimento ai 17 SDGs dell’Agenda 2030, sebbene a livello europeo l’Italia sia tra gli ultimi in classifica per istruzione di qualità e riduzione delle disuguaglianze, è invece uno dei Paesi più attivi per quel che riguarda i temi di risparmio energetico ed economia circolare. In particolare il nostro settore, l’agro-industria, anche a seguito della pubblicazione di From Fark to Fork, è chiamato a svolgere un ruolo di primo piano integrando la sostenibilità nei propri modelli di business. C’è poi il tema dei consumatori che, come dicevo, mettiamo al centro della nostra attività e che oggi si muovono, anche fra gli scaffali di un supermercato, in modo sempre più consapevole. I prodotti Andriani, così come quelli del nostro brand Felicia, non sono semplice pasta, bensì un contenitore di valori quali trasparenza, dialogo, cooperazione, relazioni sociali e comportamenti eco-compatibili, che condividiamo in primis con chi ci sceglie per la propria tavola.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
Noi produciamo pasta, un bene considerato primario, e nel corso del 2020 ci siamo trovati ad affrontare un’inaspettata richiesta di prodotto, la cui gestione, data la pandemia in corso, non è stata semplice. Ma con l’impegno da parte di tutti non ci siamo mai fermati e siamo riusciti a garantire la continuità produttiva, nel rispetto delle regole anti Covid, tutelando la massima sicurezza alimentare così come quella delle nostre persone. In generale, le imprese che hanno integrato business e sostenibilità dimostrano maggiore capacità di resistenza di fronte alle crisi e così è stato per noi in questo frangente perché, grazie alla creazione di valore più stabile ed omogeneo, abbiamo una minore volatilità del business e una maggiore capacità di adattamento.

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