#SustainableTalks: Enrico Viganò di FinDynamic
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#SustainableTalks: Enrico Viganò di FinDynamic

Da quasi quattro mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come. In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia. Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.

Maria Grazia Persico

Nei #SustainableTalks di oggi discuteremo di Claim Etico e Dynamic Discounting; a parlarcene è Enrico Viganò, fondatore di FinDynamic.

Da dove nasce la necessità per l'impresa in cui lavora di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
FinDynamic ha sempre voluto offrire un servizio capace di trasformare la relazione tra clienti e fornitori in un autentico rapporto di partnership, ponendosi come un vero alleato per le PMI. Ragionavamo da tempo su un sistema che incentivasse uno sviluppo sostenibile nell'ambito della gestione della liquidità. Ma quando è esplosa l’emergenza sanitaria globale sono stati i nostri clienti a chiedercelo con insistenza sempre maggiore. Le grandi aziende hanno intravisto il problema in anticipo perché qualsiasi crisi si ripercuote sulla filiera.

L'adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
Quando si parla di sostenibilità è importante comunicare in maniera corretta e trasparente. La comunicazione della sostenibilità non è uno spin off o un'evoluzione della tradizionale comunicazione commerciale ma si pone come obiettivo l'informazione e, a un livello più alto, la diffusione culturale e lo sviluppo di un nuovo modello di consumo e di un nuovo stile di vita. Data la delicatezza dell'argomento, anche dal punto di vista della normativa (sempre in evoluzione) abbiamo preferito far validare tutto ciò che comunichiamo da Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione.

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Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Ci affidiamo a Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione. Le aziende capo-filiera potranno inoltre attestare il loro impegno, attraverso la validazione e la successiva verifica del proprio Claim Etico. Il Claim Etico (ISO/TS 17033) è il nuovo strumento che l'ISO ha sviluppato per consentire alle aziende la corretta comunicazione sui temi della sostenibilità, disciplinando la formulazione di ogni tipo di affermazione riguardante le caratteristiche sociali o ambientali di un prodotto o di un’iniziativa.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera la Sua impresa, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione?
Essendo stati i primi in italia ad utilizzare una piattaforma altamente tecnologica per proporre il Dynamic Discounting abbiamo, da sempre, effettuato il Benchmark guardando all'estero. L'obiettivo è sempre stato quello di una crescita ulteriore.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa?
Con l’emergenza coronavirus, innumerevoli piccole imprese si sono trovate costrette ad abbassare le serrande o reimpostare la propria routine di lavoro da un giorno all'altro. D'ora in poi la ripresa è tutta da costruire, ed è auspicabile che faccia perno sul meglio del nostro sistema Paese, su chi davvero crea valore e lavoro nel rispetto del territorio. Agli occhi di tutte queste piccole e piccolissime realtà, anche incassare i pagamenti con qualche settimana di anticipo può fare la differenza. Perché significa avere la liquidità per pagare gli stipendi ai dipendenti, far fronte agli adempimenti fiscali, sostenere le spese fisse (affitto, utenze, stipendi…) che si ripresentano puntuali ogni mese.

Un colosso dal fatturato miliardario può anche smettere di produrre per un mese, perché ha le spalle abbastanza larghe per sopravvivere. Il discorso è ben diverso se a fermare la produzione è un suo piccolo fornitore che non può contare su un grande patrimonio, ha una bassa marginalità e sostiene costi fissi che proporzionalmente risultano molto invasivi. Pensiamo a tutte quelle realtà molto specializzate che negli anni si sono cresciute il loro personale altamente qualificato. Per loro perdere anche un solo dipendente significa mandare in fumo un know how enorme e trovarsi in estrema difficoltà. A questa esigenza sempre più trasversale dà una risposta FinDynamic, che si propone di trasformare la relazione cliente-fornitore, facendola diventare una vera e propria partnership orientata allo sviluppo sostenibile.

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