#SustainableTalks: Daniele Testi di Contship Italia
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#SustainableTalks: Daniele Testi di Contship Italia

Da quasi due mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come.

In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia.

Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.

 Maria Grazia Persico

Proseguono i #SustainableTalks spostandosi nel settore della logistica con l'intervista a Daniele Testi, Head of Marketing & Communication di Contship Italia Group, Gruppo che si occupa a livello globale di servizi legati all'intermodalità, la logistica e la supply chain.

Da dove nasce la necessità per l’azienda in cui lavori di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?

Il Gruppo Contship nasce nel 1969 come compagnia armatoriale, una delle prime realtà ad investire nel trasporto containerizzato grazie all’intuizione del proprio fondatore Angelo Ravano. Sin dai primi anni ha sviluppato una offerta di soluzioni integrate che includevano anche la gestione di porti e trasporti intermodali sino alla destinazione finale dei clienti. È quindi nel DNA del Gruppo l’offerta di servizi di trasporto ferroviario che hanno la caratteristica di un minor impatto in esternalità (ambiente, congestione, rumore, incidenzialità, climate change, etc.) rispetto al puro trasporto stradale. In aggiunta, investendo in concessioni portuali, le aziende del gruppo hanno sempre perseguito un modello di sviluppo il più possibile compatibile con i territori che ospitano le attività di imbarco e sbarco. Parliamo di città dove il porto è una realtà storica con le banchine posizionate in prossimità dei quartieri cittadini e che quindi deve poter crescere minimizzando gli impatti in termini di rumore, congestione ed emissione di gas climalteranti. All’interno di un porto gli attori sono molteplici e per questo Contship ha sempre investito in ricerca ed innovazione per utilizzare le migliori tecnologie esistenti compatibilmente con le possibilità che l’infrastruttura porto può permettere. Abbiamo da sempre considerato i territori dove investiamo come stakeholder fondamentali per un crescita il più possibile armonica e responsabile.

L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?

La comunicazione per il Gruppo ricopre un ruolo strategico sia verso l’esterno che verso l’interno, al punto che da oltre 20 anni si è dotata di una propria direzione marketing e comunicazione invece che affidare il servizio all’esterno; una scelta non comune in questo settore. Questo ha generato nel tempo un posizionamento e una immagine di mercato molto precisa sia a livello locale che a livello internazionale, sopratutto se paragonato a gruppi di dimensioni molto più grandi. Negli ultimi anni poi, la funzione comunicazione ha beneficiato di tutti i vantaggi della digitalizzazione dandoci l’opportunità di sviluppare contenuti ad alto valore potendoli condividere in modo più puntuale e preciso e a minor costo. Abbiamo dovuto investire negli ultimi 7 anni massicciamente in nuovi strumenti e competenze. Un aspetto che in questi giorni di crisi legata alla pandemia ci sta permettendo di comunicare in maniera agile e continua con il mercato lavorando in modalità agile ed utilizzando i sistemi e le piattaforme in cloud. Le scelte fatte qualche anno fa insomma, ci hanno permesso di acquisire un know-how specifico che si completa con una serie di partner e consulenti che ci supportano quotidianamente in questo tipo di attività.

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Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di una sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?

A livello di capogruppo Contship Italia, pubblichiamo da 3 anni un report di sostenibilità secondo i criteri internaizonali GRI in compliance con quanto richiesto dal nostro azionista principale Eurokai, azienda quotata al mercato ristretto della borsa tedesca. Il report offre un aggiornamento annuale delle performance di sostenibilità delle aziende operative inserite nel perimetro di consolidamento del gruppo. Il gruppo di lavoro responsabile per il report di sostenibilità include funzioni interne e consulenti esterni.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione? 

Per poter rispondere è necessario suddividere il business di Contship in due aree principali. Per quanto riguarda gli investimenti in attività terminalistiche portuali la sostenibilità è un driver fondamentale per la crescita al fine di mantenere un equilibrio con i territori che ospitano le operazioni. Notiamo che questi aspetti diventano sempre più rilevanti anche per le istituzioni finanziarie a cui ci rivolgiamo quando programmiamo investimenti in sviluppo, considerato che questo settore è di tipo capital intensive. Vediamo infine a livello internazionale i primi esperimenti fatti da autorità portuali che parametrizzano i costi per tasse e canoni di concessione anche sulla base di parametri di sostenibilità, per ora molto sbilanciati sui fattori ambientali, cioè per quanto riguarda le emissioni di CO2. Se invece consideriamo il trasporto intermodale, un ramo di business che genera oltre il 25% del fatturato del Gruppo, la sostenibilità inizia ad essere percepita come un driver di competizione e lo sarà sempre di più nei prossimi anni seguendo un trend che vede i grandi committenti del trasporti inserire nei propri tender dei parametri specifici legati alle performance di sostenibilità. In alcuni casi abbiamo iniziato a notare un allungamento delle condizioni contrattuali per premiare quegli operatori che hanno deciso di investire in nuove tecnologie e mezzi a minor impatto ambientale.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso le ripresa post Covid-19?

Contship Italia è associata a SOS-LOGistica sin dal 2005, ovvero una delle prime associazioni che ha promosso in Italia uno sviluppo di pratiche sostenibili per i processi di trasporto e logistica. Si tratta di un'associazione che include un ecosistema di operatori molto variegato che va dai committenti a fornitori di servizi logistici passando per tutta una serie di operatori che forniscono soluzioni IT, broker assicurativi, comunicatori, centri di ricerca e consulenti specializzati in ambito supply chain e mobilità sostenibile, con una visione che fino ad oggi ha anticipato i tempi. Si tratta quindi di una piattaforma attraverso cui monitoriamo le principali tendenze e che dal 2018 ha messo sul mercato un protocollo specifico di logistica sostenibile a cui è abbinato un vero e proprio marchio di sostenibilità. Stiamo osservando con attenzione questa iniziativa che richiede un elevato standard e committment sul tema della sostenibilità in termini di governance e investimenti e speriamo di poter aderire quanto prima. Riteniamo infatti che SOS-LOGistica abbia definito in modo molto chiaro il cambio di paradigma necessario per uno sviluppo economico responsabile. Nel passaggio da un modello di economia di tipo lineare ad uno di tipo circolare, ovvero che sposta il focus dalla massimizzaizone della produzione alla gestione di qualità degli stock di beni e materie prime esistenti, la logistica giocherà un ruolo sempre più fondamentale. Fa effetto leggere in questi giorni sui grandi quotidiani nazionali l’attenzione sui sistemi energetici di comunicazione e sulle reti logistiche perchè proprio nel 2005, nel primo convegno organizzato da SOS-LOGistica, Jeremy Rifkin, invitato come speaker, ci raccontava come il mondo sarebbe diventato a breve come l’insieme di due componenti principali ovvero l’energia, come la produciamo, distribuiamo e la stocchiamo ed il mondo delle reti virtuali: internet. Tutto il resto, diceva Rifkin, è logistica.

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