#SustainableTalks: Antonio Fazzari di Fater Spa
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#SustainableTalks: Antonio Fazzari di Fater Spa

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di sostenibilità economica, consapevolezza del consumatore e CSR con Antonio Fazzari, General Manager di Fater spa.

Da mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come. In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia. Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.

Maria Grazia Persico

Da dove nasce la necessità per l’azienda in cui lavora di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Noi viviamo l'azienda come un soggetto sociale che interagisce in un sistema aperto. Siamo innanzitutto cittadini che ascoltano le istanze e dialogano con tutti gli interlocutori, siano essi consumatori o ognuno degli stakeholder. La CSR è perciò negli obiettivi e strategie di Fater. La parte di sviluppo del business è connessa alla sostenibilità ambientale e agli interventi nel sociale. È questa visione d’insieme, a mio avviso, che indica la capacità dell’azienda di creare valore durevole. Nel nostro caso, ad esempio, la sensibilità per il sociale ha visto negli anni passati progetti per la valorizzazione del territorio, inoltre sposiamo progetti con onlus nazionali ed internazionali affini a temi di cura del bambino e valorizzazione del ruolo delle donne nella società.

Nel campo ambientale il primo progetto che abbiamo affrontato, più di dieci anni fa, è stato trovare una tecnologia per eliminare i prodotti assorbenti usati dalle discariche. Oggi quel progetto, nato da un piccolo gruppo di persone esperte e motivate, è una realtà e, grazie alla Business Unit FaterSmart, è stata sviluppata la tecnologia in grado di riciclare prodotti assorbenti usati ricavandone nuove materie prime seconde in ottica di circolarità. Dopo questo primo passo in campo ambientale abbiamo gradualmente ampliato la nostra azione per agire su tutto il ciclo di vita dei prodotti ponendoci obiettivi nel lungo periodo.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione?
Penso che il consumatore oggi sia informato e consapevole. Nel momento in cui sceglie un prodotto avrà probabilmente valutato anche il modo di operare dell’azienda cioè se questa sposa una causa sociale, se ha progetti per ridurre gli impatti ambientali. Questa sensibilità del consumatore, e più in generale degli stakeholders, è già diffusa e rende perciò la CSR una strada irrinunciabile e anzi un requisito di base per costruire relazione.

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L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
La responsabilità sociale è la cosa giusta da fare e questa visione è nei cuori delle circa 1600 persone che lavorano con Fater.  Quindi direi che il primo effetto a livello della squadra è sentirsi protagonisti di un processo che vive un flusso di interscambio costante con il contesto sociale. Quando ogni trimestre teniamo il meeting plenario di aggiornamento e tutta l’azienda si ferma per poco più di un’ora, i temi di CSR riscuotono interesse e contributi in termini di idee. Alcune di queste idee nascono nella intranet o in gruppi che spontaneamente si formano, oltre che nei team specifici. Tutto ciò rafforza la nostra volontà di proseguire nella direzione della CSR, consapevoli che è ancora molta la strada che abbiamo da percorrere.

Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Abbiamo strutturato un team di CSR allargato che comprende tutte le funzioni aziendali nel quale mensilmente monitoriamo l’andamento dei progetti di CSR e ragioniamo di nuove idee.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
L’esperienza che il mondo ha vissuto è stata drammatica e segna una netta linea di demarcazione fra un prima e un dopo. Dobbiamo essere bravi a leggere un insegnamento anche in mezzo a tanto dolore. Due aspetti mi hanno colpito durante il lockdown e nella fase 2: una diversa cura verso gli altri; l’aver potuto toccare con mano i vantaggi per l’ambiente per i ridotti impatti indotti. Mi piace pensare che queste sensibilità possano stimolare un ruolo delle aziende più connesso ai cittadini e al pianeta; per una nuova partenza seppure in un contesto congiunturale complesso.

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