Spreco alimentare: iniziative per Fame Zero, l’obiettivo 2 di Agenda 2030
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Spreco alimentare: iniziative per Fame Zero, l’obiettivo 2 di Agenda 2030

L’80% di quello che buttiamo è ancora buono e consumabile e tutto il cibo sprecato basterebbe a sfamare circa 2 miliardi di persone al mondo.Più produciamo, più buttiamo via. Un paradosso tutto moderno che coinvolge l’intero pianeta. Secondo un recente studio condotto dalla FAO tra l’agosto del 2010 ed il gennaio del 2011, intitolato Global Food Losses and Food Waste, ogni anno nel mondo, vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo di cui l’80% ancora consumabile.

Di questo miliardo, 222 milioni sono le tonnellate di cibo che vengono sprecate nei Paesi industrializzati: una cifra che, da sola, sarebbe sufficiente a sfamare l’intera popolazione dell’Africa Subsahariana. Uno spreco inaccettabile soprattutto se si considera che nel mondo milioni di persone soffrono la fame e che tutto il cibo sprecato basterebbe a sfamare circa 2 miliardi di persone al mondo.

Anche se la situazione è migliorata in numerosi Paesi, molte persone soffrono ancora la fame e la malnutrizione in tutto il mondo. “Porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile” è l’obiettivo 2 di Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030  il documento che mira ad uno sviluppo sostenibile promosso dai Paesi membri dell’ONU.  

Fino a pochi anni fa il cibo in eccedenza nelle mense aziendali non si poteva destinare ad altri e veniva smaltito nei rifiuti. Uno spreco finito grazie alla cosiddetta “Legge del Buon Samaritano”, entrata in vigore il 16 luglio del 2003, che consente a tutte le Onlus che operano a fini di solidarietà sociale di recuperare gli alimenti rimasti invenduti nel circuito della ristorazione organizzata e donarli ad Enti caritatevoli che si occupano dei più poveri.

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Esistono comunque delle semplici accortezze per evitare gli sprechi in famiglia, soprattutto nel periodo delle feste. Importante è fare una spesa intelligente, pianificare il menù e i pasti, senza incappare nell’errore di comprare il superfluo, complici le offerte nei supermercati. Consumare il cibo avanzato nei giorni post-festa o surgelarlo è una buona soluzione per gustare i pasti anche in altre occasioni. Frutta e verdura rappresentano il 16% dei prodotti più sprecati, è importante quindi che siano conservati correttamente: le verdure vanno riposte nella parte bassa del frigo per evitare che ammuffiscano e la frutta va lasciata a temperatura ambiente.

La lotta allo spreco alimentare oggi è possibile anche grazie alla tecnologia. Esistono delle app in grado di segnalare al consumatore la possibilità di consumare i cibi in tempo o ritirarla nel negozio più vicino. Il caso di Too Good to go, l’app che permette di comprare a basso prezzo prodotti alimentari freschi ma invenduti destinati ad esser buttati via a fine giornata. La Magic Box è a sorpresa e varia in base a ciò che è rimane sugli scaffali.

Sulla community online di Avanzi Popolo 2.0  ci si scambia cibo vicino alla scadenza. L’utente scatta la foto al cibo da condividere, la posta sul sito e attende la risposta di qualcuno interessato a riceverlo.

L’app e il sito Bring the Food servono per donare cibo a enti e associazioni. Basta postare gli alimenti destinati alla beneficenza e in base alla localizzazione, chi è interessato invierà un feedback per ricevere il cibo.

Con l’app Ecofood Prime l'utente riceve le offerte dei punti vendita più vicini per prodotti che rischiano di rimanere invenduti perchè prossimi alla scadenza o in eccedenza, ma ancora perfettamente idonei al consumo. Nella piattaforma è presente un elenco di associazioni e soggetti attivi nel volontariato per la ridistribuzione del cibo ai più bisognosi. L'applicazione, come se fosse un "food organizer", tiene inoltre memoria della data di scadenza dei cibi e invia notifiche temporizzate per evitare dimenticanze. È presente infine una funzione social che consente di condividere il proprio "frigo virtuale" mettendo a disposizione dei propri contatti sui social network i cibi che si vogliono donare o usare per ricette antispreco.

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