Packaging e sostenibilità alimentare: sfatiamo i falsi miti
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Packaging e sostenibilità alimentare: sfatiamo i falsi miti

Durante il 30° congresso d'autunno di Giflex sono stati ipotizzati i futuri scenari del food packaging e si è discusso sulle questioni di food loss e food waste.

Nelle giornate di Mercoledì 30 Settembre e Giovedì 1 Ottobre si è svolto il 30° congresso d'autunno di Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), dove sono intervenuti numerosi esponenti nel campo del confezionamento e dell'alimentare, dando una propria visione sul rapporto che intercorre tra packaging e sostenibilità, con un focus particolare dedicato allo spreco alimentare.

Secondo la FAO, gli sprechi più elevati di cibo riguardano: pesce (33% in Nord America e Oceania), cereali (25% in Europa e Russia, 20% in Asia est), frutta e verdura (12% in Nord Africa e Asia Centrale, 10% in Sud America), tutti alimenti della categoria freschi e per i quali il packaging può fare la differenza.

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All'incontro sono intervenuti in rappresentanza di Coop Carmela Favarulo, referente Politiche Sociali e Massimiliano Lazzari della Direzione Operativa Commerciale Food. I due hanno introdotto la questione di food waste e food loss, presentando le attività contro lo realizzate presso il Supermercato del Futuro a EXPO Milano 2015.

Il punto di partenza di questo progetto è legato alle etichette informative dei prodotti alimentari. Spesso queste non forniscono le informazioni necessarie al consumatore, contenendo per la maggior parte esclusivamente dati legali. Gli italiani però stanno cominciando a interessarsi sempre più alla propria alimentazione: ben 7 consumatori su 10 dichiarano di leggere attentamente le etichette informative. Dato che suggerisce un'esigenza di maggiore informazione. Per questo motivo, al Supermercato del Futuro è stata proposta un'etichetta aumentata, ovvero ampi tavoli interattivi dove il consumatore può ottenere tutte le informazioni desiderate sui prodotti esposti.

La seconda parte del convegno, dedicata al tema "Sfatiamo i falsi miti", è stata introdotta da Mauro Ferraresi, docente di Sociologia dei consumi presso l'Università IULM di Milano: "Fino a che punto gli alimenti sfusi possono essere sostenibili? – ha commentato Ferraresi - Senza il packaging a proteggere il prodotto, certe tipologie alimentari andrebbero sprecate poiché si deteriorano in maniera più rapida". Inoltre, è importante che il packaging sia in grado di migliorare la shelf life del prodotto, allungando il suo tempo di conservazione.

Ma perché il packaging ha spesso una brutta reputazione? Il principale motivo è l'abbondanza di prodotti confezionati che i consumatori si trovano davanti ogni giorno, per qualsiasi categoria di cibo. Per limitare questo problema, è fondamentale puntare sulla trasparenza e la completezza delle informazioni fornite attraverso il packaging, razionalizzando lo spazio a disposizione nelle etichette informative, oppure mediante l'uso di QR Code.

Nel corso del convegno sono state affrontate anche le tematiche del food loss e food waste, sottolineando in particolare l'importanza delle tecnologie per la corretta conservazione del cibo nei Paesi in via di Sviluppo. In questo contesto, il responsabile di Save Food Bernd Jablonowski ha presentato il programma "Mango project", con i quale si sta insegnando agli agricoltori kenioti a impacchettare questi frutti in maniera corretta e con i materiali più idonei per la conservazione.

Un altro problema sollevato nel corso dell'evento riguarda la scarsa conoscenza dei bambini italiani sulle modalità di produzione degli alimenti. Per questo motivo, è fondamentale la collaborazione di scuole e associazioni nel promuovere un'educazione alimentare che consenta in futuro di evitare gli sprechi alimentari.

Sono intervenuti alla conferenza anche Massimiliano Boccardelli, responsabile politiche industriali e di filiera, relazioni parlamentari e Lobby Federambiente, Franco Fassio, consigliere nazionale Slow Food Italia, Rossella Muroni, direttrice generale Legambiente ed Helèn Williams, Dr.Environmental and energy systems, Karlstad University.

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