Blaze, il progetto per generare elettricità a basso costo dalle biomasse
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Blaze, il progetto per generare elettricità a basso costo dalle biomasse

Il progetto europeo Blaze punta a sviluppare impianti a biomassa per produrre energia elettrica senza emissioni a meno di 0,10 €/kW raddoppiando l’efficienza delle tecnologie attuali.

Parte ufficialmente il progetto europeo Blaze , finanziato dal programma Horizon 2020 e il coinvolgimento di 9 partner, tra cui l’ENEA e l’ Università degli Studi Guglielmo Marconi. 

Oltre ai due partner citati, il progetto coinvolge istituzioni di ricerca (Università degli Studi dell’Aquila, Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), aziende (Walter Tosto, SOLIDpower, HyGear) e società con grandi competenze per valutazioni tecnico-economiche e di impatto ambientale (VERTECH Group, European Biomass Industry Association).

L’obiettivo del progetto è quello di produrre energia elettrica a basso costo sfruttando gli impianti a biomassa.

In particolare, il progetto punta a produrre elettricità a zero emissioni e a un costo inferiore ai 10 centesimi di euro per kW , mettendo al centro la tecnologia CHP.

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La tecnologia di produzione co-generativa CHP (Combined Heat and Power) accoppia, come illustrato da ENEA, la gassificazione “a letto fluidizzato” con le celle a combustibile SOFC – (Solid Oxide Fuel Cell) per valorizzare i residui della manutenzione di boschi, foreste e verde urbano, gli scarti agricoli e agroindustriali e la frazione organica secca dei rifiuti solidi urbani. L’efficienza di questa tecnica è più che doppia rispetto alle tecnologie attuali (dal 20% al
50%) e ha costi decisamente contenuti.

Il ruolo di ENEA è cruciale in questo progetto. L’ente, infatti, partecipa mettendo a disposizione know-how e infrastrutture . All’interno dei laboratori del Centro Ricerche di Trisaia, il team dei ricercatori ENEA si occuperanno di selezionare gli scarti e i residui con le maggiori potenzialità energetiche nell’impiego di questo tipo di tecnologia.

Ad illustrare nel dettaglio ciò che avverrà all’interno dei laboratori è la Dott.ssa Donatella Barisano , referente del progetto. “Dopo la caratterizzazione chimico-fisica, le matrici individuate saranno utilizzate in campagne sperimentali di gassificazione in reattore a "letto fluidizzato" per identificare le condizioni di processo alle quali risulti massima la conversione delle biomasse in prodotto gassoso” ha spiegato la Dott.ssa Barisano. “Attraverso l’utilizzo di metodi primari per la riduzione del carico di contaminanti, direttamente nella fase di attuazione del processo di gassificazione cercheremo di individuare materiali in grado di contribuire alla produzione di una corrente gassosa di alta qualità, in termini di composizione e potere calorifico, e di basso grado di contaminazione”.

Le prestazioni delle celle a combustibile SOFC vengono testate nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Casaccia.

“Ci concentreremo sui principali contaminanti del gas prodotto per individuare la tipologia di SOFC che permetterà di conseguire le prestazioni migliori in termini di alta resa elettrica, stabilità nell’esercizio e lunga durata”, ha dichiarato Stephen McPhail, il secondo referente ENEA per il progetto. “Sperimenteremo miscele gassose contenenti sia contaminanti organici che inorganici per quantificare natura e grado di disattivazione delle celle”.

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