Cibo a base cellulare, quanto è sicuro? Il report di FAO e OMS
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Cibo a base cellulare, quanto è sicuro? Il report di FAO e OMS

Immagine: Ivy Farm, Unsplash

FAO e OMS hanno pubblicato il primo report sulla sicurezza degli alimenti da colture cellulari. Un'analisi resa necessaria dalla contingenza: sono infatti un centinaio le imprese e le start-up che stanno già sviluppando prodotti in attesa di approvazione.


Porta la firma congiunta di FAO e OMS il primo report sulla sicurezza degli alimenti da colture cellulari. Si intitola Food safety aspects of cell-based food e si interroga, appunto sulle potenziali ripercussioni che il “cibo sintetico” può avere sulla salute umana.

Il documento, destinato alle autorità nazionali sula sicurezza alimentare dei 195 membri, intende informare e supportare i decision maker nell'ambito delle procedure di approvazione e regolamentazione di questi nuovi prodotti.

Le due organizzazioni dichiarano di non volere né sostenere né bloccare le specifiche tecnologie, sottolineando tuttavia la necessità di includerle all'interno del dibattito alimentare, a partire dal fatto che:

  • attualmente gli alimenti da colture cellulari- carne, ma anche pesce, latte e mangimi artificiali- sono già sviluppati da oltre un centinaio di start-up nel mondo, pronti per essere commercializzati e in attesa di approvazione;
  • la crescita della domanda globale di proteine animali mette sotto pressione gli ecosistemi e l'ambiente, con un impatto negativo in materia di surriscaldamento globale, benessere animale, salute pubblica, sicurezza alimentare.

Come procedere, dunque, su un terreno finora inesplorato, evitando che il potenziale business releghi la salute e l'effettiva tutela ambientale a trascurabili ruoli di secondo piano? Se si intende proseguire su questa strada- concordano gli esperti- è fondamentale investire in ricerca e sviluppo per comprendere da un lato la sicurezza, dall'altro quanto i presunti benefici di una maggiore sostenibilità siano reali, secondo un principio di precauzione mirato a tutelare salute e ambiente. Fatti salvi gli interrogativi (etici e non solo) che animano il dissenso dei detrattori, e le alternative vegetali che- è bene non dimenticarlo- restano a disposizione di qualunque strategia si intenda adottare per limitare il consumo di carne e rendere il sistema alimentare mondiale più sostenibile.

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