Elettricità, la domanda mondiale cresce e punta sulle fonti non fossili
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Elettricità, la domanda mondiale cresce e punta sulle fonti non fossili

Immagine: Anthony Indraus, Unsplash

Aumenta il peso di rinnovabili e nucleare, ma la produzione basata su gas naturale e carbone rimane comunque sui livelli del recente passato ed è in ripresa nei paesi asiatici. Il punto nel rapporto "Electricity market report 2023" dello Iea.

Nonostante la guerra e la crisi energetica, la domanda di elettricità è in costante crescita nel mondo ed è sempre più soddisfatta da fonti non fossili, ovvero dalle rinnovabili e dal nucleare. È quanto mette in luce l’Electricity market report 2023, pubblicato a febbraio dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea).

Nel 2022 la richiesta di elettricità è dunque risultata in crescita del 2%, in particolare grazie ai trasporti e al riscaldamento: il primo comparto alla luce dei numeri di vendita record raggiunti dai veicoli elettrici, il secondo per la maggior diffusione delle pompe di calore. La domanda, dunque, ha resistito alla forte impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, scatenata dal conflitto russo-ucraino ed è rimasta su valori positivi, con un trend di crescita comunque più basso rispetto al tasso medio del +2,4% registrato nel periodo pre-Covid (2015-2019).

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Nei Paesi del Vecchio Continente, tra i più colpiti dall’inflazione, i consumi non a caso sono diminuiti lo scorso anno del 3,5% rispetto al periodo pre-pandemico, complice anche un inverno molto mite. D’altronde, sottolinea l’Agenzia internazionale dell’energia, si è trattato della “seconda più grande diminuzione percentuale della domanda di elettricità dell'Unione europea dopo la crisi finanziaria globale del 2009”, dopo la brusca frenata determinata dal Covid e dai conseguenti blocchi delle attività decisi dalle autorità di governo.

Politiche restrittive che in Cina sono proseguite anche lo scorso anno e che hanno infatti rallentato la crescita della domanda di elettricità, “ferma” al +2,6% contro la media del +5% del periodo 2015-2019. A trainare i consumi stati invece soprattutto l’India e gli Stati Uniti. Nel Paese asiatico l’aumento è stato dell’8,4% nel 2022, sia grazie alla ripresa post-pandemica, sia per una stagione estiva molto più calda del solito. L’incremento della domanda negli Stati Uniti è stato invece del 2,6%, anche in questo caso sia per la forte ripresa delle attività economiche (nella seconda parte dell’anno) sia per il forte aumento dell’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento alla luce di un inverno molto rigido e di un’estate con temperature record.

Il rapporto mette quindi in evidenza come più del 90% della domanda aggiuntiva di energia elettrica sarà soddisfatto nei prossimi tre anni, e dunque entro il 2025, dalle fonti a basse emissioni, ovvero le rinnovabili e l’energia nucleare. La crescita totale della generazione rinnovabile tra il 2023 e il 2025 spetterà per il 45% alla Cina e per il 15% all’Unione europea, mentre il nucleare beneficerà soprattutto del completamente della manutenzione programmata di alcune centrali in Francia e dall’avvio di nuovi impianti, in particolare in Asia.

 

Gas naturale e carbone, la produzione non si ferma

La produzione mondiale di elettricità basata su gas naturale e carbone rimarrà comunque sostanzialmente allineata al recente passato tra il 2022 e il 2025. E questo a causa di trend differenti a seconda delle diverse aree geografiche del mondo. Stimata in diminuzione nei Paesi dell'Unione europea, la produzione elettrica da gas è infatti prevista in crescita (significativa) in Medio Oriente.

La generazione da carbone è attesa in diminuzione in Europa e nelle Americhe, mentre aumenterà nell’area asiatica e oceanica. Dal momento che, sempre secondo l'analisi, oltre il 70% della crescita della domanda mondiale di elettricità spetterà nei prossimi tre anni a Cina, India e Sud-est asiatico, sarà importante capire quali fonti, se rinnovabili o meno, intendono utilizzare queste economie in fase di forte sviluppo per sostenere la loro crescita.

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La Cina ad esempio lo scorso anno, alla luce della crisi energetica dell’autunno del 2021 e poi dello scoppio del conflitto russo-ucraino, ha invertito la rotta e ha ripreso ad aumentare la produzione di carbone, una tendenza al momento che sta proseguendo anche nel 2023. La Cina, al primo posto nel mondo per la realizzazione di nuovi impianti solari ed eolici, ricopre oggi questo primato anche per la costruzione di nuove centrali a carbone.

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