Come redigere un piano di sostenibilità ambientale
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Come redigere un piano di sostenibilità ambientale

Immagine: Carrie Allen, Unsplash

Il piano di sostenibilità ambientale consente alle aziende di programmare e comunicare in modo sistemico il proprio percorso verso la decarbonizzazione, favorendo efficacia e concretezza in materia di rendicontazione ambientale.

Requisito fondamentale per una rendicontazione ambientale di qualità è la pianificazione. Programmare in modo sistemico le azioni più adatte al processo - analizzando il proprio impatto, individuando i propri gap e i propri margini di miglioramento, comunicando agli stakeholder i progressi svolti - si rivela infatti in molti casi una formula in grado di accostare efficacia, efficienza e concretezza.

Esempio fattivo in questo senso, il piano strategico di sostenibilità ambientale diventa uno strumento fondamentale per le organizzazioni che intendano rafforzare il proprio impegno in campo socio-ambientale.

 

Cos’è il piano strategico di sostenibilità ambientale

Il piano strategico di sostenibilità rappresenta l'insieme di scelte strategiche e operative che permettono alle aziende di individuare, governare e trasformare le proprie scelte o attività che più impattano dal punto di vista ambientale. 

L’obiettivo è migliorare le proprie prestazioni, raggiungendo obiettivi di carbon reduction e creando i presupposti per comunicare adeguatamente ai propri stakeholder i passi avanti intrapresi.

 

Come redigere un piano di sostenibilità ambientale

Realizzare un piano di sostenibilità ambientale è un processo sempre in fieri, che trova una sua specificità nella revisione del proprio modus operandi aziendale, allo scopo di sostituire il modello in essere con un nuovo approccio, orientato alla circolarità in ogni passaggio della filiera. In particolare, il piano di sostenibilità definisce la governance dell’impresa, che in un processo di miglioramento continuo programma con la dovuta visione i futuri step per una sempre maggiore sostenibilità.

Per redigere un efficace piano di sostenibilità ambientale, è necessario partire dalle specificità di ogni singola azienda, cui riferire la pianificazione e la riorganizzazione dei processi. 

Piano strategico di sostenibilità aziendale, le differenti fasi

Dal punto di vista contenutistico la sostenibilità aziendale è diversamente declinabile.

Al contrario, dal punto di vista procedurale, è possibile individuare alcune fasi comuni, corrispondenti ad altrettanti passaggi o sezioni, approfonditi all'interno del documento.

Fondamentale è comprendere che ciascuna fase può essere oggetto di comunicazione, assicurandosi di specificare con chiarezza e trasparenza agli utenti quali obiettivi sono già stati raggiunti e quali sono in fase di implementazione.

  • Analisi: occorre setacciare lo scenario di partenza (condizioni interne, trend del momento, strategie di sostenibilità sviluppate dal mercato..), esaminando i punti di forza e di debolezza interni, così come le minacce e le opportunità offerte dal contesto. Qui, i numeri e i dati propri dell'azienda (un esempio su tutti, le emissioni prodotte) saranno utilizzati per stabilire un proprio specifico rating ESG e comprendere la distanza fra la situazione attuale e il raggiungimento dei propri obiettivi.
  • Definizione della strategia: vengono stabilite le aree o le linee di indirizzo nelle quali far convergere una o più tematiche materiali, in linea con gli obiettivi strategici di sostenibilità secondo determinate tempistiche. Il piano può prevedere, fra le altre cose, una riduzione della carbon footprint fino a tendere alla carbon neutrality, un percorso di efficientamento energetico, o ancora la revisione della catena di fornitura e distribuzione in ottica di economia circolare. In generale, una strategia più o meno ad ampio raggio può contare, ad esempio, su un approccio “from cradle to gate” (dalla culla al cancello, focalizzato sulle fasi produttive) o “from cradle to grave” (dalla culla alla tomba, includendo la parte di riduzione, riutilizzo e smaltimento dei rifiuti).
  • Attuazione: si mette in campo una serie integrata di azioni, da implementare per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. I risultati di tali azioni- costantemente monitorati e misurati-  andranno a costituire parte fondante del documento finale, a sottolineare i progressi via via svolti, partendo dai gap inizialmente individuati e in linea con la time schedule stabilita. La messa in pratica della strategia di sostenibilità, secondo fasi progressive e sinergiche, rappresenta infatti oggetto primario di comunicazione con gli stakeholder, che devono essere messi in grado di comprendere gli effettivi passi avanti compiuti dall’azienda.
  • Comunicazione: gli obiettivi e i progressi svolti vengono comunicati con regolarità agli stakeholder. A prescindere dai canali che si sceglie di utilizzare (sito internet, profili social, newsletter, comunicati stampa...), è estremamente importante che lo stile della comunicazione sia chiaro, accessibile e coinvolgente: scientifico nel riportare i numeri, ma non eccessivamente tecnico, così da raggiungere facilmente un bacino più ampio di utenti. A questo scopo, fondamentale sarà un utilizzo sapiente di illustrazioni, foto, grafici e infografiche, opportunamente contestualizzate. Il report può avere forme diverse (ad esempio, cartacea o elettronica), può essere presentato come fascicolo separato o allegato al rapporto annuale o al bilancio di esercizio. E’ importante sottolineare che, in assenza di regole di stesura predefinite, non esistono capitoli obbligatori da approntare, né limiti di lunghezza da rispettare affinché il report di sostenibilità sia accettato e riconosciuto. Il modello ad oggi più utilizzato, tuttavia, segue la traccia degli standard GRI (Global Reporting Initiative), ovvero una lista di indicatori, divisi per ambito, che supportano nel comunicare l’azienda dal punto di vista economico, ambientale e sociale, fornendo informazioni- ad esempio- sulla sicurezza dell’ambiente lavorativo, sulla governance, sulle prestazioni energetiche, sul codice etico delle differenti realtà. Per ciascun indicatore di performance contenuto nelle linee guida, esistono dei protocolli di indicatori, che forniscono definizioni, guide alla compilazione e altre informazioni per assistere coloro che redigono il report e per assicurare coerenza nell’interpretazione degli differenti parametri.

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