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Secondo gli ultimi dati di Assobioplastiche, in Italia un sacchetto bio su 4 è illegale, con un costo di smaltimento e una perdita per la filiera legale di 85 milioni di euro.
Una lunga strada
Presentati in un'audizione alla Commissione parlamentare ecomafie gli ultimi dati di Assobioplastiche, relativi al 2020, sui sacchetti bio. Un report che rivela un dato poco lusinghiero: per quanto si evidenzino miglioramenti rispetto a qualche anno fa, in Italia un sacchetto su 4 è ancora illegale.
Una lunga strada
Nel 2013, su 118.000 tonnellate di sacchetti, il 77,7% non era a norma. Secondo i risultati esposti, invece, nel 2020 sono legali circa 18.500 tonnellate su 74.000 tonnellate. Una riduzione notevole, vista dall'associazione come la prova dell'efficacia della legge relativa ai sacchetti per asporto merci - entrata in vigore nel 2012 - in termini di prevenzione. Tuttavia, come testimonia in una nota Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche: “A distanza di oltre 10 anni dall’entrata in vigore definitiva della legge, il fenomeno dell’illegalità nel settore non è stato ancora sconfitto”, segno che la strada da compiere per debellare il problema è ancora lunga. “Per questo” continua Bianconi, “l'Associazione ha deciso di rafforzare l'azione di contrasto alle illegalità, avviando con il Consorzio BIOREPACK una collaborazione per combattere gli illeciti nel settore degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.
I danni alla filiera legale
Nel 2016, Legambiente aveva stimato che dai sacchetti illegali si originasse un danno per la filiera legale pari a 160 milioni di euro. Aggiornando i numeri a oggi, Assobioplastiche quantifica a circa 85 milioni il danno attuale, che non risparmia all'erario un'evasione stimabile in 18 milioni. Ma non è tutto: secondo i dati, lo smaltimento dei materiali non a norma provoca costi alla comunità che, nel 2016, erano stimati in 50 milioni, mentre oggi si aggirano intorno ai 30 milioni.
Guerra agli illeciti
Come sottolineato da Assobioplastiche, lo scorso 8 aprile 2022, un'operazione condotta in maniera congiunta dai Carabinieri Forestali e dalla Polizia Locale di Napoli ha portato al sequestro di circa 320 chili di buste di plastica nella zona di Caivano. “Quella di Napoli è solo l'ultima di una serie di operazioni frutto delle sinergie messe in campo per contrastare gli illeciti nel campo degli shopper” ha commentato ancora Luca Bianconi. “In questo ambito, ricordiamo il Protocollo siglato un anno fa dalla Commissione Ecomafie, oggi presieduta da Stefano Vignaroli, e da Assobioplastiche: tra le finalità dell'intesa, lo scambio di informazioni, il supporto nello svolgimento di attività di accertamento di illeciti e la collaborazione in iniziative di formazione. Tali attività vengono rafforzate dalle collaborazioni già in essere con le Forze dell'Ordine, cui spetta il fondamentale compito di accertare le irregolarità e sanzionare i trasgressori”. Una sinergia che ha come obiettivo primario la risoluzione definitiva di un problema di insostenibilità -ambientale, economica, sociale- trascinatosi troppo a lungo.
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