Inclusione sociale e Green New Deal: il fondo Next Generation Ue per salvare l’Italia

Inclusione sociale e Green New Deal: il fondo Next Generation Ue per salvare l’Italia

Il “Repair and Prepare for the next generation” è un piano da 750 miliardi fino al 2022 agganciato al bilancio Ue 2021- 2027 da 1.100 miliardi per rendere l’Ue più verde, digitale e resiliente.

Il “Repair and Prepare for the next generation” è stato approvato lo scorso 27 maggio dalla Commissione Europea e rappresenta una necessità all'indomani della pandemia da Covid-19 che ha sconvolto l’intero pianeta. Dal crollo del PIL e dell’occupazione, all'aumento delle disuguaglianze e del debito pubblico e privato. Ciò che emerge è una situazione drammatica soprattutto a livello italiano. La risposta europea era dunque una via necessaria. Sullo schema del Recovery Fund, il fondo “Next Generation Ue” prevede 750 miliardi di risorse, di cui 500 di sussidi e 250 di prestiti. Per la prima volta l’Europa erogherà sussidi ai Paesi bisognosi, finanziando la spesa con bond europei garantiti dal bilancio della Ue, probabile anche con tasse ambientali a scala europea. Per Paesi come l’Italia rappresenterebbe uno strumento molto interessante sia per l’arrivo di sussidi, da non restituire, sia per la disponibilità di prestiti a tassi più bassi di quelli che avrebbe ottenuto emettendo titoli di stato.

Per quanto concerne i settori saranno interessati quello turistico e quello delle costruzioni, la sanità, il digitale, i trasporti e le energie rinnovabili o Green New Deal. Per accedere ai fondi sarà necessario che la destinazione delle somme sia coerente con gli obiettivi. Fondamentale dunque che l’Italia abbia un piano strategico delle azioni da attivare nei prossimi 4-5 anni. Gli assi strategici dell’Europa riguardano la green economy, la rivoluzione digitale e la coesione sociale. Analizzando le cifre si contano 470 miliardi di euro l’anno per la transizione ecologica (acqua, economia circolare, lotta e adattamento ai cambiamenti climatici, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile), 125 miliardi l’anno per la rivoluzione digitale e 192 miliardi l’anno per le politiche di inclusione sociale (di cui 57 per l’edilizia sociale).

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Più in dettaglio, in campo ambientale sono necessari gli investimenti per gli impianti dell’economia circolare, circa 10-12 miliardi secondo le associazioni di impresa. Gli investimenti nel servizio idrico sono stimati in 60-80 miliardi nei prossimi 20 anni anche in riferimento al contrasto ai cambiamenti climatici, al riciclo delle acque e al completamento della depurazione. Gli investimenti previsti in campo energetico (smart grid, efficienza energetica, fonti rinnovabili) sono sicuramente molto elevati, così come quelli nel campo della mobilità sostenibile. C’è poi il settore della difesa del suolo e del rischio idraulico, con investimenti stimati in 40-45 miliardi per mettere in sicurezza il Paese. Gli investimenti nel settore digitale (completamento della fibra, 5G, smart cities) potranno sicuramente valere un cifra importante, per adeguare città e territori e superare il digital divide.

Quanto all'inclusione sociale, un adeguato Piano casa per realizzare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica necessari a fronteggiare il disagio abitativo, aumentato in seguito alla crisi Covid-19, può valere almeno una decina di miliardi. A questo si aggiungono gli investimenti in ferrovie, autostrade, strade, scuole, ospedali, porti e aeroporti. ASviS Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile ha avanzato una proposta concreta per gli investimenti sostenibile in città e territori, che vale 201,7 miliardi di euro. Il fondo rappresenta una vera e propria occasione per la modernizzazione del Paese, la conversione ecologica ed energetica, la digitalizzazione e la lotta alle disuguaglianze ma è necessario che sia promossa coinvolgendo le imprese e riformando la pubblica amministrazione.

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