Cannucce d’avena: le soluzioni alternative alla plastica
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Cannucce d’avena: le soluzioni alternative alla plastica

L’alternativa alla plastica si trova in natura: è l’intuizione di un imprenditore siciliano che ha affidato ai social network il suo progetto. Utilizzando gli steli della pianta d’avena è possibile ricavare cannucce completamente green e biodegradabili.

Utilizzate al massimo per 20 minuti e smaltite in circa 500 anni. In tutto il mondo si utilizzano quotidianamente più di un miliardo di cannucce, solo negli Stati Uniti ogni giorno se ne consumano 500 milioni, secondo i dati della Plastic Pollution Coalition. In Europa, le cannucce in plastica sono tra i primi 5 rifiuti raccolti sulle spiagge. A Londra se ne usano circa 2 miliardi l’anno tanto che l’Evening Standard ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere ai produttori di metterle al bando o trovare soluzioni eco sostenibili entro il 2018.

Grazie alle campagne plastic-free, numerosi esercizi commerciali hanno deciso di sostituire le classiche cannucce con alternative sostenibili. L’ultima arriva dalla Sicilia: si tratta di cannucce ricavate dallo stelo dell’avena, un prodotto biodegradabile al 100%.

L’idea è nata nella mente di Marcello Catania, imprenditore siciliano originario della provincia di Messina. Il 52enne ha affidato a Facebook il suo progetto ecosostenibile: “Dalla terra dei vespri e degli aranci prendono vita le cannucce ecologiche ricavate da una pianta spontanea” si legge sul profilo social dell'imprenditore. “Le forniremo in confezioni di carta e di varie dimensioni con relative certificazioni e scheda tecnica.”

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Il progetto, dal nome C’Avena, è già attivo. Sono stati spediti i primi campioni per testare il prodotto, il primo ettaro di terreno è stato seminato e si stanno sperimentando nuovi metodi di coltivazione della pianta.

In realtà questa non è la prima volta che vengono proposte cannucce eco-friendly, in Vietnam ad esempio, viene utilizzata un tipo di erba nota come “Lepironia articulata”, molto diffusa nella regione del Delta del Mekong. A scoprire la versatilità della pianta è stato Tran Minh Tien: i gambi, lavati e svuotati si prestano perfettamente all’utilizzo.

Sono biodegradabili e si possono anche mangiare invece le cannucce nate da piante autoctone e realizzate dagli studenti della scuola SESI Mossoró di Rio Grande do Norte, in Brasile. I giovani si sono aggiudicati il primo premio alle Olimpiadi del futuro di San Paolo.

Ancor prima, in Italia, è stata la volta di Cannù, la cannuccia biodegradaile e commestibile a base di mais e riso, senza OGM, completamente gluten free e dunque adatta ad essere usata anche da chi soffre di celiachia. Ad ideare questa originale cannuccia è stata la Cooperativa Campo, azienda di Fossombrone nelle Marche. 

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