Importazioni e dazi: le uova sudamericane nell’occhio del ciclone
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Importazioni e dazi: le uova sudamericane nell’occhio del ciclone

Siglato un accordo tra Unione Europea e i paesi dell’America Meridionale allo scopo di regolamentare le importazioni di uova in Europa e penalizzare tutti quei produttori che non si adeguano agli standard europei qualitativi e di benessere degli animali.

Per la prima volta nella storia è stato firmato un accordo tra Unione Europea e i paesi del Mercosur (Mercado Común del Sur, il mercato comune dell’America Meridionale) per la regolamentazione delle importazioni nel vecchio continente di prodotti alimentari di origine animale dal Nuovo Mondo. L’accordo è rivolto a tutelare le importazioni di uova da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay nei Paesi UE e prevede l’applicazione di dazi sulle importazioni di uova nel caso in cui alle galline non sia riservato un trattamento conforme a quanto stabilito dalle normative UE.

L’organizzazione Eurogroup for Animals, il gruppo europeo con sede a Bruxelles che si batte per la tutela degli animali e il miglioramento della loro condizione di vita su tutto il territorio comunitario, ha fatto sapere di avere accolto con estremo favore il raggiungimento di questo nuovo accordo, sottolineando inoltre che si tratta di “un importante punto di svolta nella politica commerciale dell’Unione Europea”. Ciononostante l’organizzazione ha colto l’occasione per alzare la posta in palio, avanzando la richiesta di estendere le condizioni imposte dall’accordo non solo alle uova, ma anche ai prodotti alimentari a base di uova e all’importazione di carne.

All'entusiasmo di Eurogroup for Animals si aggiunge anche quello dell’inglese RSPCA, la Royal society for the prevention of cruelty to animals, che ha reagito alla notizia dichiarando che l’accordo costituisce “un precedente importante” per lo sviluppo di nuove normative in tema di tutela del benessere degli animali, cogliendo anche l’occasione per ricordare che da ben quindici anni era stata l’organizzazione stessa a richiedere ripetutamente un intervento in questo senso. L’RSPCA, che opera in Inghilterra e in Galles, ha reso noto il proprio auspicio affinché anche nel futuro post Brexit il Regno Unito possa muoversi per tutelare le importazioni nel Paese attuando leggi equivalenti a questa.

Il Copa-Cogeca, l’organizzazione rappresentante degli agricoltori europei, si è unita al coro chiedendo, da parte sua, un impegno maggiore affinché i Paesi con accordi commerciali bilaterali siano obbligati a rispettare reciprocamente gli standard locali di tutela del benessere degli animali, dichiarando che “questo punto è di fondamentale importanza in quanto ad oggi il benessere degli animali non è un concetto universalmente riconosciuto e accettato dai partner commerciali dell’UE. Alcuni di essi in passato hanno provato ad allineare i loro standard a quelli europei ma troppo spesso i risultati sono stati scarsi”.

È stato stimato che, per i paesi importatori, adeguarsi alle normative europee comporterebbe un aumento del prezzo di ciascun uovo del 16%, il che sarebbe oltremodo positivo in quanto renderebbe più appetibili i prodotti interni degli stati membri rispetto alle importazioni extra europee.

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