Risparmio ed efficienza energetica negli elettrodomestici: l’indagine Etichetta Furbetta

Risparmio ed efficienza energetica negli elettrodomestici: l’indagine Etichetta Furbetta

Il ruolo degli elettrodomestici per il risparmio e l'efficienza energetica: l'indagine Etichetta Furbetta 2015 evidenzia come in Italia quasi un prodotto su due (43%), sia fuori norma. La revisione delle Direttive Europee semplificherà la questione?

La ricerca Etichetta Furbetta 2015, a cura di Legambiente e Movimento a difesa del cittadino, all'interno del progetto europeo MarketWatch, è uno studio a campione, condotto sia in negozi fisici che online, che ha lo scopo di mettere in luce le problematiche relative all'applicazione delle Direttive Europee sulla progettazione eco-compatibile - Ecodesign (2009/125/EC) e sull'etichettatura energetica - Ecolabelling (2010/30/EU).

Le due normative, di cruciale importanza nell'ottica della Strategia Energetica Europea, garantiscono un risparmio di circa 100 miliardi di Euro l'anno, traducibile in 465 Euro per famiglia europea e mirano a ridurre il Mtpe (milioni di tonnellate di petrolio equivalenti) del 15% nonché a contribuire a circa il 40% del risparmio energetico complessivo entro il 2020.

I risultati dell'indagine, che ha esaminato 4637 prodotti, divisi in cinque principali categorie (frigoriferi e freezer, forni elettrici, cantinette per il vino, condizionatori d'aria e tv) indicano quali principali tipologie di non conformità la mancanza di una più informazioni necessarie previste dalla norma e/o la presentazione delle stesse in un ordine scorretto. Altro aspetto rilevante risulta essere una sostanziale disparità tra i prodotti non conformi venduti nei negozi fisici (43%) e quelli on-line (73%).

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Le mansioni di controllo inerenti queste problematiche vanno a verificare sia l'effettiva presenza delle corrette diciture sulle etichette che la realizzazione delle analisi di prodotto. Entrambe queste attività risultano previste dalla normativa ma sono ostacolate dal limitato budget a disposizione, motivo per cui, molti Paesi - compreso il nostro - rinunciano alla sistematicità dei test energetici.

"E' di strategica importanza dare risposta a queste criticità - afferma Davide Sabbadin, Responsabile efficienza energetica di Legambiente. A questo proposito, lo scorso luglio la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione delle due normative che vedrà nelle prossime settimane un'intensa attività di revisione presso il Consiglio Europeo, in vista della discussione del Parlamento. L'intento è quello di creare un unico database volto a stabilire criteri condivisi e test di prodotto univoci validi nel mercato unico. Si intende inoltre, riportare in auge la graduatoria per classi energetiche da A a G, per rendere più immediato per il consumatore il livello di efficienza energetica del prodotto. Nel contesto generale degli obiettivi della presidenza lussemburghese ci auguriamo che entro la prossima primavera, questa proposta di revisione venga approvata".

Nonostante la riforma della normativa comporti un notevole lavoro ex ante, essa porterebbe notevoli benefici per l'ambiente e per i consumatori, eliminando una volta per tutte dal mercato prodotti energeticamente obsoleti e realizzando un ulteriore passo avanti verso l'armonizzazione dei controlli e quindi delle prassi tra tutti gli Stati membri.

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