Riso Gallo e la “Carta del riso”
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Riso Gallo e la “Carta del riso”

L’azienda italiana, da sempre attenta all’ambiente, indica le buone pratiche da adottare per rendere più sostenibile la filiera produttiva del riso

L’attenzione all’ambiente sta diventando un aspetto fondamentale nelle scelte dei consumatori. Secondo McKinsey&Company, infatti, il 27% degli italiani ha dichiarato che nel 2021 acquisterà più prodotti ecosostenibili rispetto al periodo pre-Covid.

Lo sa bene Riso Gallo, il cui percorso di sostenibilità è iniziato già nel 2018, quando l’azienda ha lanciato il progetto “Coltiviamo il futuro” in collaborazione con Università, laboratori, multinazionali dell’agrofarmaco e sementieri, coinvolgendo anche i partner per lo sviluppo degli imballaggi e per la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione del riso nella prospettiva dell’economia circolare.

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I risultati sono stati ottimi: all’interno dei due stabilimenti, l’energia elettrica utilizzata per la produzione proviene al 100% da fonti rinnovabili certificate, e i valori legati a emissioni e consumi sono in costante miglioramento. Tra il 2016 e il 2020, infatti, i consumi energetici totali sono scesi del 10,9%, e i consumi per chilo di riso lavorato sono diminuiti del 18,9%. Sempre nello stesso periodo è stata registrata anche una riduzione nel consumo degli imballaggi (-15,4%), anche se le vendite sono aumentate. Nel 2019, inoltre, tutti gli astucci dei prodotti Riso Gallo sono stati realizzati con cartoncino certificato FSC, la certificazione per la gestione forestale responsabile e, prima in Europa tra le aziende che producono e commercializzano riso, l’azienda ha iniziato a utilizzare imballaggi in plastica riciclabili ed eco-sostenibili.

Da questo progetto nasce ora la nuova “Carta del Riso” che si focalizza non solo sugli aspetti agronomici, ma comprende anche misure che hanno un impatto diretto sulla tutela del territorio, dell'ambiente e delle persone: una sorta di patto per un futuro sostenibile stretto con gli agricoltori. Il concetto principale, infatti, è quello di passare da una prospettiva di “riso sostenibile” a una di” riso che sostiene” l’ambiente, il territorio e il benessere delle persone, basata su otto punti chiave:

  • Certificazione secondo lo standard internazionale di agricoltura sostenibile FSA di SAI platform;
  • Messa in atto di misure volte a preservare la fertilità del suolo;
  • Scelta di varietà più performanti e identificate insieme a Riso Gallo attraverso specifici studi, al fine di ridurre le emissioni di gas serra;
  • Utilizzo di sementi italiane certificate e prive di OGM;
  • Divieto di utilizzo di fanghi in risaia;
  • Divieto di utilizzo di glifosato sulle colture;
  • Tracciabilità dalla coltivazione alla distribuzione;
  • Formazione e aggiornamento continuo circa le pratiche agronomiche e della sicurezza alimentare.

Un esempio a cui hanno aderito anche altri piccoli produttori di riso italiani, come Meracinque, Riserva San Massimo e Riso Testa, e che sicuramente vedrà aderire sempre più aziende.

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