Rapporto Italia Che Ricicla 2022: Italia ai primi posti in Europa, servono misure per favorire il mercato
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Rapporto Italia Che Ricicla 2022: Italia ai primi posti in Europa, servono misure per favorire il mercato

Presentato il rapporto annuale di Assoambiente, in collaborazione con REF, sull’industria del riciclo: Italia leader in Europa per riciclo e seconda per circolarità dei materiali.

L’edizione 2022 del report annuale di Assoambiente, in collaborazione con REF ricerche, espone come il contesto italiano del riciclo di rifiuti, seppur migliorabile sotto molti aspetti, sia comunque all’avanguardia in Europa per obiettivi raggiunti, controllo delle operazioni e capacità di immettere sul mercato materie prime seconde (ovvero provenienti da processi di riciclo) in larga quantità.

Presentazione del rapporto: primati e ritardi italiani

Nel corso della presentazione del rapporto, Paolo Barbieri, presidente di Unicircular – Assoambiente, ha spiegato infatti come il nostro Paese sia il primo in Europa per avvio al riciclo dei materiali (83,2%, seguiti dal 60,5% della Spagna e dal 54,4% della Francia) e il secondo in tasso di circolarità dei materiali (ovvero nella misurazione della quota di materiale riciclato e reimmesso nell’economia) con un 21,6% del totale processato, subito dietro alla Francia (22,2%) e prima della Germania (13,4%).

Barbieri ha poi sottolineato come sia urgente che le istituzioni pubbliche e le realtà private cooperino per favorire la creazione di un vero mercato delle materie prime seconde e dei prodotti ottenuti da riciclo, che al momento soffrono ancora di un grave sottoutilizzo. Un sottoutilizzo che, da un lato, rende poco proficua l’attività del riciclo; dall'altro, non permette di “chiudere il cerchio” che idealmente compone il movimento delle materie nell’economia circolare (riassumibile in produzione, riciclo, riutilizzo).

Alla presentazione è intervenuto anche Donato Berardi, di REF ricerche, commentando i dati che vedono l’Italia comunque in ritardo nella costruzione di nuovi impianti, soprattutto per fattori sociali e burocratici, e della conseguente perdita di 25.000 tonnellate di rifiuti riciclabili che ogni anno vengono esportati e processati in altri Paesi.

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Riforme strutturali e incentivi

Dal lato istituzionale, la capo dipartimento sviluppo sostenibile del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, ing. Laura D’aprile, ha sottolineato come negli ultimi 18 mesi, grazie alla strategia per l’economia circolare del PNRR, sono state messe in atto una serie di riforme strutturali e di incentivi e finanziamenti nel settore. D’Aprile ha poi spiegato come sia ormai necessario rivedere alcuni sussidi ambientali che ancora agevolano il conferimento in discarica a scapito del riciclo, e come il MASE si sia dotato di un Osservatorio sull’economia circolare che dovrà favorire il confronto tra le realtà impegnate nell’ambito del riciclo e della sostenibilità e le istituzioni.

Le priorità in Italia

Il presidente della Commissione Ambiente della Camera, On. Rotelli, ha poi rimarcato la centralità della tematica del riciclo e dei rifiuti per il governo in carica, e la necessità di agevolare gli iter amministrativi per gli impianti di riciclo e recupero in fase di costruzione o già operativi che favoriscono la circolarità dell’economia italiana operando spesso in situazioni di incertezza burocratica, se non di aperta opposizione, come capita agli impianti per la generazione energetica da rifiuti.

Sul tema degli impianti è poi tornato il presidente di Assoambiente, Chicco Testa, sottolineando come gli attori dell’economia circolare stiano “vincendo la battaglia” per affermare la centralità del settore dei rifiuti e garantire le opportune strategie in ambito nazionale ed europeo.

Rispondendo alle domande di Nonsoloambiente, Testa ha affermato che le priorità in Italia sono “il potenziamento delle strutture industriali collegate all’impiantistica per il riciclo e il recupero energetico” e “lo sblocco delle autorizzazioni” per i nuovi impianti.

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