Ben lontano dal raggiungere gli obiettivi stabiliti in materia di rifiuti urbani, il nostro Paese viaggia a due velocità: più del 70% dei rifiuti urbani, infatti, è trattato al Nord.
Se la quantità di rifiuti urbani aumenta in tutta Europa, in Italia la situazione è particolarmente preoccupante: sono troppi, vengono gestiti male e sono costretti a percorrere troppi km prima di essere trattati, con enormi emissioni di Co2. A mettere l’accento sul ritardo dell’Italia in fatto di rifiuti urbani è l’analisi pubblicata dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani.
Rifiuti urbani: Italia VS resto d’Europa
Gli obiettivi internazionali da raggiungere in materia di rifiuti urbani sono molto chiari: 60% di recupero entro il 2030 e 65% entro il 2035. Entro il 2050, inoltre, la percentuale di rifiuti smaltiti in discarica non dovrà eccedere il 10%. Ma l’Italia come si pone di fronte a questi obiettivi? Nel 2019 il recupero di materia di scarto raggiungeva appena il 46,9%, con una quota di rifiuti conferiti in discarica pari al 20,9%. Sempre nel 2019, sono stati prodotti rifiuti urbani per un totale di 30,1 milioni di tonnellate: dato inferiore solo a quello di Germania e Francia, ma parliamo di numeri assoluti. Consola il dato sulla produzione pro-capite, che risulta in linea con la media europea, ma la destinazione dei rifiuti può essere migliorata, visto il quadro generale attuale: un 32,7% riciclato come materiale non organico, un 23,2% come frazione organica, un 22,7% che finisce in discarica, un 20,7 destinato ai termovalorizzatori e uno 0,7% che viene incenerito in impianti a basso recupero energetico.
Rifiuti urbani: Nord VS Sud
È però difficile parlare di “dati italiani” in fatto di rifiuti urbani: le differenze tra Nord e Centro-Sud, infatti, sono notevoli e costringono a fare i conti con due realtà distinte. Si parte dalla distribuzione dei 37 termovaloirzzatori italiani, di cui 26 sono collocati al Nord, 6 al Sud e 5 al Centro. Non si tratta solo di un problema di dotazione, ma di una disomogeneità che costringe i rifiuti ad essere trasportati per chilometri, con ingenti emissioni. Non solo: questa situazione influisce sulla quantità di rifiuti per abitante, che in ogni zona vengono smaltiti in discarica (una percentuale che cresce al diminuire delle infrastrutture vicine): 55 kg al Nord, 159 kg al Centro e 139 kg al Sud. Il 70,7% del trattamento dei rifiuti urbani, infatti, è gestito nel Nord Italia e lo squilibrio non è da meno in fatto di rifiuti organici da differenziata, che il Nord smaltisce in quantità doppia rispetto a quella che smaltiscono Centro e Sud insieme. Secondo il Rapporto Ispra 2020, Lazio e Campania sono le regioni che esportano più rifiuti organici in assoluto. La situazione preoccupa in particolare nel Lazio, dove la quota di rifiuti arrivati in discarica è raddoppiata tra 2018 al 2019.
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