Le interviste del Direttore: Alessandro Zucchi di Molini Pivetti
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Le interviste del Direttore: Alessandro Zucchi di Molini Pivetti

Intervista a Alessandro Zucchi  responsabile progetti di filiera e sostenibilità per Molini Pivetti.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it

La Storia di Molini Pivetti ha origini remote, risale al 1875. Sin da subito emerge una grande attenzione nello stare al passo dei tempi. Nel 1911 viene costruito un molino dotato di motore diesel a cilindro, nel 2019, a distanza di circa 80 anni, viene inaugurato un magazzino automatizzato che ha una potenzialità di movimentazione di 150 pallet/ora e un serbatoio di 6.000 posti pallet. La sostenibilità è al centro della Vostra Azienda. Avete ottenuto moltissime certificazioni in merito tra cui la Certificazione di Sostenibilità secondo lo standard DTP 112 del CSQA con cui si attesta che Molini Pivetti ha posto al centro del proprio core business la sostenibilità ambientale. Quanto conta e cosa rappresenta per un’azienda del Vostro settore ottenere certificazioni di tale portata?
La nostra filiera sostenibile nasce dalla consapevolezza aziendale che se non si cambia non si hanno margini di miglioramento per quanto riguarda il nostro futuro dal punto di vista ambientale. Con questo progetto, visto che spesso si parla di una vera e propria deriva ambientale che ci può portare all’auto-estinzione, vogliamo parlare di inizio di un nuovo approccio del mondo produttivo. Per far ciò abbiamo pensato che si deve instaurare nella filiera un rapporto con l’azienda agricola che vuole essere di condivisione di esperienze oltre che di mero scambio di merci in “mercato” (problemi di volatilità dei prezzi spesso sono proprio dovute a cause climatiche).

Noi siamo partiti misurando le performance in termini di emissioni di CO2 delle aziende agricole coinvolte nella filiera campi protetti. La misura ci è servita per stabilire una soglia dalla quale partire per poi identificare le variazioni positive, in senso di diminuzione di emissioni di CO2, al variare delle diverse pratiche agronomiche applicate. Riteniamo indispensabile che la nostra filiera diventi effettivamente “rigenerante” per la natura creando un equilibrio tra ambiente, risorse ed emissioni. Occorre mostrarsi ai nostri clienti/consumatori sempre più attenti a queste tematiche facendo passare il messaggio che l’unico modo per garantirci un futuro sul Pianeta è aumentare gli sforzi di conservazione della natura e al contempo ridurre gli impatti dei nostri stili di vita, da quelli della quotidianità fino a quelli in ambito produttivo. Con impegno dobbiamo salvaguardare ciò che rimane e rigenerare quello che abbiamo degradato e distrutto. Il tutto inoltre deve essere certificato e garantito da un ente terzo in maniera tale da non essere autoreferenziali. Abbiamo puntato principalmente sullo studio della riduzione delle emissioni della CO2 in fase produttiva in quanto riteniamo che sia indispensabile per tutte le aziende agricole poter continuare a produrre rispettando i principali criteri previsti dai futuri orientamenti in ambito delle nuove linee agricole della politica comunitaria europea.

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Nel 2018 avete avviato “Adotta un campo di grano”, un progetto interessante, utile e divertente rivolto ai bambini della scuola primaria. Quali sono i Vostri progetti per il futuro?
Per Molini Pivetti la salvaguardia dell’ambiente è un pilastro fondamentale e per noi la qualità della materia prima è imprescindibile dall’origine della stessa, per questa ragione, con lo scopo di diminuire gli impatti ambientali il più possibile, da diverso tempo abbiamo iniziato a valutare, nella maniera più analitica possibile, tutti gli elementi produttivi in campo (dalle lavorazioni ai fitofarmaci). Questo per noi è solo il punto di partenza, in quanto siamo convinti che ognuno nel proprio piccolo possa fare la differenza, soprattutto le future generazioni, che riteniamo aperte al cambio di mentalità e pronte ad applicare i più corretti comportamenti per salvaguardare il pianeta. "Adotta un campo di grano" è un progetto che nasce proprio con l’intento di avvicinare le future generazioni alla natura per trasmettere loro il valore della sostenibilità e sensibilizzarli a prendersi cura dell’ambiente. Un prossimo progetto in fase sviluppo riguarda la collaborazione con l’Università di Bologna, dove vorremmo unire le sinergie creative dei giovani studenti all’esperienza di Molini Pivetti per strutturare un percorso di sostenibilità innovativo e unico.

In piena pandemia da Covid-19 la Vostra Azienda ha compiuto importanti gesti di solidarietà per nulla scontati. Tra i tanti si ricordano la donazione di 260 quintali di farina alle Caritas di Reggio Emilia e Senigallia e il rimborso delle spese di consegna in favore di oltre 200 locali emiliano-lombardi. Quanto secondo Voi la pandemia ha cambiato il modo di fare impresa nel settore agroalimentare e quale è, secondo un punto di vista squisitamente imprenditoriale, l’approccio migliore per affrontare eventi del genere?
Nel nostro ambito la pandemia ha sollevato più di una incertezza a partire dalla criticità del reperimento delle materie prime, alla qualità e origine delle stesse. Davanti agli occhi di tutti sono apparse esigenze di riavvicinamento ai ritmi e agli ambienti naturali. La rinaturazione di tutti i sistemi, intesa come miglioramento della qualità della vita in termini ambientali, è diventata improvvisamente la leva del cambiamento, così non poteva più funzionare. Nel nostro ambito produttivo riteniamo che solo la crescita e lo sfruttamento concreto di tutte le tecnologie applicabili in ambito agricolo e non solo sarà la più impegnativa e premiante in termini di risultati, per le future generazioni. Gli strumenti ci sono ma è necessario un iniziale sostegno ai prezzi delle produzioni per le difficoltà del processo di cambiamento e un profondo percorso formativo. Scegliere bene rimarrà l’attività più importante, non si può decidere tutto certo, ma vale la pena scegliere bene almeno ciò che si può.

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