Economia circolare “Cradle to Cradle”
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Economia circolare “Cradle to Cradle”

L’approccio Cradle to Cradle è uno strumento essenziale dell’economia circolare, che permette di trasformare i processi produttivi riducendo gli scarti al minimo e permettendo di creare un’impronta ecologica positiva.

I fondatori dell’approccio Cradle to Cradle sono l’architetto Michael Braungart e il chimico William McDonough, che nel 2002 hanno pubblicato un libro intitolato “Cradle to Cradle: Remaking the Way We Make Things”. La filosofia alla base del Cradle to Cradle poggia su tre elementi fondamentali:

  • Tutto è una risorsa per qualcos’altro: in natura, gli scarti di un sistema diventano cibo per un altro. Tutto può essere progettato per essere in un secondo tempo scomposto e restituito all’ambiente sotto forma di nutrienti, o può essere riutilizzato come materia prima per la realizzazione di nuovi prodotti.
  • Utilizzo di energia pulita e rinnovabile: gli esseri viventi prosperano grazie all’energia del sole. Allo stesso modo, possono essere realizzati prodotti utilizzando varie forme di energia rinnovabile, per la salvaguardia dell’ambiente e della salute.
  • Celebrazione della diversità­: In tutto il mondo, la geologia, l’idrologia, la fotosintesi e il ciclo dei nutrienti, adattati al luogo, producono una sorprendente diversità di vita naturale e culturale.

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Il Cradle to Cradle si contrappone all’approccio convenzionale usa e getta, Cradle to Grave, non più sostenibile nell’ottica degli obiettivi di sviluppo previsti dall’Europa per il 2030. Gran parte delle emissioni di gas serra, infatti, sono dovute proprio a questo approccio produttivo, basato sui combustibili fossili. Per rispettare l’accordo di Parigi, quindi, è necessario un cambiamento radicale dei modelli produttivi.

Sia nel 2015 che nel 2020 la Commissione Europea ha adottato dei Piani d’azione per l’economia circolare, che hanno stabilito misure di sostenibilità da applicare all’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla progettazione alla gestione dei rifiuti, e sono stati rimarcati ancora una volta i vantaggi dell’approccio Cradle to Cradle. Dal 2010, soprattutto negli Stati Uniti, questo approccio è diventato una certificazione, che guida i produttori verso un processo di miglioramento continuo in termini di riciclo e sostenibilità dei materiali, gestione del carbonio e dell’acqua, responsabilità sociale.

La certificazione sta prendendo piede anche in Europa, soprattutto nei settori della moda e dell’edilizia. Proprio quest’ultimo, soprattutto nei settori costruzione e demolizione, è quello che genera una quantità di emissioni preoccupante: secondo un rapporto dell’Onu, infatti, il settore edilizio è responsabile del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale, l'11% delle quali derivante dalla produzione di materiali come acciaio, cemento e vetro.

Per ridurle, il Circularity Gap Report individua alcune misure che potrebbero contribuire a tagliare gran parte delle emissioni totali: prima di tutto la realizzazione di soluzioni abitative naturali, basate sulla bioedilizia e costruite con materiali da fonti locali come legno, canapa, paglia; l’estensione della vita degli edifici attraverso ristrutturazioni e recupero di fabbricati in disuso e la riduzione della perdita di materiale attraverso il riuso e il riciclo. Se tutto questo venisse finalmente messo in pratica, si stima una possibile riduzione di emissioni fino al 61% nel 2050.

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