Clima, i Paesi del G20 sono ancora lontani dagli obiettivi previsti
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Clima, i Paesi del G20 sono ancora lontani dagli obiettivi previsti

Lo afferma il Climate Transparency Report 2021 secondo il quale, nonostante gli impegni presi, le emissioni sono tornate ad aumentare, con il rischio sempre più concreto di superare la soglia degli 1,5 gradi di riscaldamento.

Secondo il nuovo Climate Transparency Report, la review più completa di tutte le azioni per il clima intraprese dai Paesi del G20, nonostante gli impegni presi per arrivare all’obiettivo zero emissioni al 2050, si sta procedendo verso il superamento della soglia degli 1,5° C di riscaldamento che porterà ad eventi meteorologici sempre più estremi e pericolosi. ECCO, think tank Italiano per il clima, spiega che “Dopo un breve periodo di declino dovuto alla pandemia da Covid-19, le emissioni di gas serra stanno risalendo in tutto il G20. L’Argentina, la Cina, l’India e l’Indonesia dovrebbero perfino superare i livelli di emissioni del 2019. Nonostante il G20 si sia impegnato a presentare nuovi obiettivi climatici e ad accelerare l’azione per raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C, gli obiettivi attuali limiteranno il riscaldamento solo a 2,4° C.” I Paesi più ricchi del mondo, responsabili del 75% delle emissioni a livello globale, hanno ancora una forte dipendenza dai combustibili fossili, tanto che gli Stati Uniti, la Cina e l’India stanno guidando la crescita del consumo di carbone.

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Il rapporto sottolinea quindi la necessità che i leader delle principali economie mondiali passino finalmente all’azione, accelerando la transizione dai combustibili fossili a fonti più sostenibili. Ma in realtà la situazione è ben diversa: gli Usa, nonostante il calo nell’utilizzo di carbone verificatosi dopo l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, non sono in linea con gli obiettivi previsti e nel 2020 hanno avuto il record dei disastri meteorologici e climatici. Anche l’Italia è ben lontana dal mantenere il limite di 1,5°C. L’obiettivo nazionale è quello di ridurre entro il 2030 le emissioni del 38% al di sotto dei livelli del 2005, ma per rimanere sotto 1,5 ̊ C, invece, le emissioni dovrebbero scendere di almeno il 72% a livello nazionale. Solo il Regno Unito sembra aver intrapreso un percorso virtuoso: l’utilizzo sempre più massiccio delle energie rinnovabili, infatti, sta contribuendo a ridurre la dipendenza del Paese dai combustibili fossili, anche se molte associazioni ambientaliste sostengono che molti degli impegni climatici presi dal premier conservatore Boris Johnson non siano altro che greenwashing politico.

Il Climate Transparency Report rileva però anche alcuni sviluppi positivi, a partire dalla crescita dell’energia solare ed eolica tra i membri del G20, con nuovi record di capacità installata nel 2020. Tuttavia, gli esperti osservano la mancanza di strategie a breve e a lungo termine per raggiungere il 100% di rinnovabili nel settore energetico entro il 2050. Enrique Maurtua Konstantinidis della Fundación Ambiente y Recursos Naturales (FARN), si dichiara deluso: “È estremamente deludente che sia passato un decennio da quando è stato preso l’impegno di razionalizzare ed eliminare gradualmente i sussidi inefficienti ai combustibili fossili, ma i membri del G20 stanno ancora pompando miliardi di dollari in combustibili sporchi, che stanno causando il cambiamento climatico”.

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