Clima, come migliorare il Piano nazionale di adattamento: la proposta di ASviS
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Clima, come migliorare il Piano nazionale di adattamento: la proposta di ASviS

Immagine: Conferenza ASVis

Servono politiche urgenti e una legge nazionale sul clima per affrontare l’emergenza e garantire la transizione. L’ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - presenta il suo primo Policy brief, contenente dieci proposte per migliorare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc).

In una conferenza stampa, oggi 23 marzo l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVis) ha presentato il suo primo Policy brief, dedicato al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). L'intento alla base è duplice: da un lato, rendere manifesto il proprio punto di vista su una questione di estrema e attuale importanza, dall'altro alimentare il dibattito pubblico sulle politiche da mettere in campo un'efficace transizione ecologica.

L'appuntamento ha visto la presenza di Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS, che ha illustrato le proposte dell'Alleanza su acqua, adattamento e clima contenute nel Policy brief, e di Antonio Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7 e 13 ("Energia pulita e accessibile" e "Lotta contro il cambiamento climatico"), nonché curatore del documento insieme al membro della Segreteria Generale ASviS Luigi Di Marco.

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Evitare ciò a cui non possiamo adattarci e adattarci a ciò che non possiamo evitare

“Evitare ciò a cui non possiamo adattarci e adattarci a ciò che non possiamo evitare”. Il motto proposto da AsviS si basa sulla necessità di percorrere, contemporaneamente e sinergicamente, le due strade della mitigazione e dell'adattamento climatico.

Durante la conferenza stampa, Giovannini ha affermato: “Mitigazione e adattamento sono due facce della stessa medaglia e sarebbe una follia rinviare ulteriormente decisioni che possono mitigare le emissioni in nome del fatto che ormai è troppo tardi e dobbiamo soltanto adattarci. Le due componenti vanno trattate nello stesso modo, ricordando che più noi rinviamo le politiche di mitigazione, più noi pagheremo in termini di adattamento: non solo dal punto di vista economico, ma anche umano”.

Dobbiamo procedere con grande rapidità e su questo il policy brief indica modifiche al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici” ha aggiunto. “Invitiamo l'opinione pubblica a tenere il faro acceso sul Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, perché il percorso di consultazione è in corso, ma poi bisogna pressare la autorità politiche per una rapida attuazione del piano che verrà deciso”.

 

L’importanza di Pnacc e Pniec per l’Italia

La bozza di Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, licenziata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), era già stata predisposta anni fa dal ministero dell’Ambiente, con il supporto scientifico di Ispra e del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc).

Tuttavia- come accaduto anche per il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). non era stata ultimata e perfezionata dal ministero della Transizione ecologica, rimanendo in attesa di uno sviluppo.

Base del Contributo volontario nazionale (Ndc) che ogni Paese deve presentare alla Convenzione climatica delle Nazioni unite (Unfccc), in risposta agli impegni presi in sede europea e durante l’Accordo di Parigi, i due piani necessitano ora di essere implementati.

L’apertura della consultazione pubblica sulla bozza di Pnacc da parte del Mase, avviata a febbraio 2023, rappresenta una buona occasione per procedere. Pur accogliendola con manifesto favore, nel suo Policy brief l'ASviS conserva una forte “preoccupazione per possibili ritardi dell’iter applicativo del Piano rispetto alla gravità e urgenza dei problemi, sui quali non possiamo non registrare una grande disattenzione di partiti e movimenti, anche durante la recente campagna elettorale”.

 

Le raccomandazioni dell’ASviS

Le diverse azioni e strategie di lotta e di adattamento alla crisi climatica devono essere integrate con tutti gli altri strumenti di pianificazione delle politiche, anche alla luce della recente modifica della Costituzione, che introduce tra i principi fondamentali quello della tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni” ha dichiarato Giovannini. “Per questo il Governo deve approvare quanto prima anche la nuova Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, indispensabile per assicurare la coerenza delle politiche per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile”.

Ecco le dieci raccomandazioni dell'ASviS per rendere possibile, rapido ed efficace il processo, migliorando il Piano:

  • Assicurare la coerenza generale di tutte le politiche sul clima, sulla biodiversità e sulle transizioni ecologica e digitale, nonché delle politiche sociali;
  • Dare rapida attuazione alla revisione del PNIEC e, in sinergia con il PNACC, procedere all’approvazione di una Legge italiana sul clima;
  • Completare, con un’urgenza rapportata alla gravità della situazione, le analisi di rischio e di vulnerabilità su tutto il territorio nazionale;
  • Rendere operativo il PNACC in tempi urgenti, evitando rinvii a processi attuativi complessi, che svuoterebbero il Piano della necessaria operatività;
  • Concordare tra Governo e Parlamento una gerarchia delle priorità delle misure di adattamento e degli interventi, da attuare in funzione delle specificità dei territori e delle risorse disponibili. Dare inizio subito all’attuazione delle misure a più alta priorità.
  • Privilegiare le soluzioni nature based in tutto il quadro delle misure. Definire le regole, i ruoli e soprattutto le responsabilità della governance del Piano a livello regionale e locale. Utilizzare il settore assicurativo per l’implementazione di politiche di trasferimento del rischio e per la condivisione delle perdite finanziare collegate ai danni climatici.
  • Correggere e ridurre sostanzialmente le diseguaglianze che, anche a livello sociale, sono dovute alle caratteristiche diverse del clima e dei territori in Italia.
  • Regolare la partecipazione della società civile e delle parti sociali, anche adottando i principi e le pratiche del débat public.
  • Istituire percorsi di formazione di quadri e di tecnici, anzitutto della pubblica amministrazione, per la lotta ai cambiamenti climatici e per l’adattamento, investendo nell’istruzione pubblica media superiore e universitaria.

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