L’Europa dei senza tetto e il modello ProTetto
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L’Europa dei senza tetto e il modello ProTetto

Come a Milano si cerca di contrastare la povertà attraverso il lavoro.

Protetto è un’associazione che sta provando a contrastare il fenomeno delle vecchie e nuove povertà in aumento con una formula particolare che unisce l’aiuto immediato per l’alloggio e per la ricerca di lavoro, con attività più tradizionali di distribuzioni di pasti. Ne abbiamo parlato con Fernando Barone, fondatore e anima dell’associazione.


Come nasce la vostra associazione? 

La nostra associazione nasce nel 2013 con un progetto ambizioso di togliere i senza tetto dalla strada e viene registrata come onlus nel 2016.


Ricevete aiuti dall’esterno per sostenere gli oneri e le spese, anche di gestione, necessari a sostenere le numerose attività?

Non riceviamo contributi né dalla Regione, né dal Comune, gli unici sostegni sono quelli privati sia con il 5 per mille che con donazioni volontarie, quindi riusciamo a far fronte a piccole emergenze che possono essere il collocamento di persone negli ostelli specialmente nei mesi invernali. Siamo anche convenzionati con un ostello proprio per questa attività, di solito la usiamo soprattutto tra dicembre e gennaio, ma quest’anno siamo a maggio e ne abbiamo già tre.


Quali sono i principali bisogni che le persone senza dimora hanno? 

Il 60% delle persone di cui ci occupiamo vorrebbe tornare nella vita sociale, ma il vero problema è il lavoro: perché è il lavoro che tira fuori da questa situazione di indigenza; poi c’è l’alloggio perché serve per la dignità personale, dunque questi due elementi sono essenziali per tirarli fuori dalla povertà. Quello che invece serve a chi è ancora in strada servono vestiti, coperte e tende, e ovviamente cibo, motivo per il quale abbiamo creato il progetto un boccone con il cuore che è un collegamento con i ristoranti che ci seguono e un senza tetto a cui viene fornito un pasto al giorno da uno specifico ristorante. A volte è anche capitato in questo contesto che andando tutti i giorni si sono poi create le condizioni per iniziare un rapporto di lavoro.


Quindi quali sono i principali servizi che la tua associazione offre?

I servizi che offriamo sono il cibo, poi abbiamo gli operatori volontari che prendono nota delle necessità di vestiario che tengono conto anche dei cambi di stagione, facciamo anche servizio di UEPE, cioè le pene alternative al carcere. Facciamo anche piccoli servizi burocratici come residenze fittizie, consulenza per i CAF e molto supporto nei percorsi di crescita o rinascita. 


La comunità locale, nel supporto ai senzatetto, è coinvolta? Se si, come?

Tramite i social abbiamo parecchie persone che ci supportano, ma la stragrande maggioranza è indifferente data spesso dalla frenesia del lavoro e altri problemi quotidiani. Infatti la cosa forse più preziosa che diamo è il tempo. Magari a volte è poco, ma è un modo di restituire la fortuna di avere un lavoro, una casa e una famiglia.


Ci sono attività in cui i cittadini sono direttamente coinvolti e contribuiscono nelle attività di assistenza?

Nessuno dei cinquanta volontari che lavora con noi prende un centesimo, perché pensiamo che debba essere un servizio completamente gratuito.


Immagine di copertina: Aymanejed, Pixabay

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