La sostenibilità per la Camera Nazionale della Moda
Sostenibilità

La sostenibilità per la Camera Nazionale della Moda

Il lato green della moda italiana: un tema caldo, in particolare durante la Milano Fashion Week, necessario per fare il punto sui progressi ambientali.

La moda italiana parla davvero green? Chiederselo durante la Milano Fashion Week ha ancora più urgenza, in un momento dell’anno in cui le passerelle potrebbero essere delle ottime occasioni per fare greenwashing. Già da diverso tempo la Camera Nazionale della Moda, la massima autorità italiana del settore, ha avviato un percorso che punta alla sostenibilità.

Il manifesto della sostenibilità

La CNMI ha redatto un decalogo, rivolto tanto alle aziende associate quanto a quelle che, trasversalmente, prendono parte al complesso universo-moda. E, tra i nomi che hanno partecipato ai lavori preliminari e alla stesura del documento, si leggono i pilastri della moda italiana. Un percorso iniziato nel 2011, con l’avvio della Commissione Ecologia e Ambiente composta da istituti di formazione e ricerca, aziende di moda e brand e-commerce. E, allo stesso modo, sono i grandi marchi del Made in Italy, oggi, a presiedere i tavoli di lavoro e le commissioni sulla sostenibilità. L’obiettivo del manifesto è quello di portare, attraverso il confronto tra gli attori della moda, organizzazioni e istituzioni, a ridisegnare regole e good practices. Propositi rinnovati anche attraverso l’adesione della Camera Nazionale della Moda all’European Fashion Alliance (EFA). L’esigenza, comune a tutte le realtà che vogliono guardare a una prospettiva sostenibile del tessile, è la qualità. Immettere nei circuiti di vendita capi di maggiore durevolezza sembra essere un requisito fondamentale. Una qualità che non è solo un concetto astratto, ma diventa una misurazione concreta, grazie alle certificazioni esplicitate dalla CNMI per ciascuna voce del decalogo. Un impegno, in sostanza, che sembra suggellarsi con i CNMI Sustainable Fashion Awards 2023. Una premiazione, organizzata con Ethical Fashion Initiative delle Nazioni Unite che vede protagoniste, al Teatro La Scala, le realtà più virtuose della moda italiana.

Milano Fashion Week P/E 2024

Il periodo della Milano Fashion Week diventa momento di incontro e confronto su tematiche che non riguardano solo i colossi della moda. A reclamare attenzione, sono anche gli eventi collaterali che si svolgono durante la settimana milanese. Come l’incontro organizzato dall’Organizzazione Mondiale per la Sostenibilità (WSO) dal titolo Sustainable Fashion – Beyond the claim. Un’occasione per conoscere a fondo le dinamiche della moda sostenibile e toccare con mano gli esempi virtuosi. A conclusione dell’evento, inoltre, un momento è destinato alla presentazione dei capi realizzati dai brand certificati Friend of the Earth. 11 designer di diverse provenienze, stili e background, sono stati selezionati per raccontare in modo autentico la sostenibilità, lontano da concetti abusati. I capi, dopo la sfilata, sono disponibili per l’acquisto da Sustainable Friends, lo showroom milanese di WSO inaugurato lo scorso febbraio.

Confronti di sostenibilità

È guidata da uno sguardo rivolto al futuro la presentazione della collezione COREVA™ da parte dell’azienda Candiani. Un’intuizione che si basa sull’utilizzo di fibre vegetali per un denim parzialmente biodegradabile, più adatto a essere immesso in processi di riciclo e upcycling. Un altro talk è quello che vede la partecipazione di La Methode, marchio spin-off di Produce Sinapsi. La sostenibilità perseguita dal brand è sfaccettata: dall’utilizzo di materiali con carbon footprint più leggero alla ridefinizione di un nuovo ciclo di vita del prodotto. Ma soprattutto attraverso una filiera dal ridotto impatto ambientale e che fa dell’etica la sua chiave di lettura. Caratteristica di La Methode, infatti, è non avere una linea di produzione continua, ma far sì che siano gli ordini ricevuti a immettere nuovi prodotti sul mercato.


Immagine: Alice Alinari, Unsplash

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