Siccità lampo, che cos’è? Europa e Italia sempre più colpite dal fenomeno
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Siccità lampo, che cos’è? Europa e Italia sempre più colpite dal fenomeno

Immagine: Md. Hasanuzzaman Himel, Unsplash

Cosa sono le siccità lampo e in che cosa si differenziano dalla siccità come la si è sempre pensata e trattata?

Un nuovo modello di siccità, che arricchisce di una nuova sfumatura il ventaglio di responsabilità del climate change antropico: uno studio pubblicato su Science calcola che la frequenza e la rapidità di insorgenza di “flash droughts”- siccità improvvise o lampo- si sta intensificando in molte regioni del Pianeta. Tanto da chiedersi se stanno soppiantando il vecchio archetipo di siccità, diventando la nuova normalità.

 

Cos’è la siccità lampo

La siccità lampo è un fenomeno che compare all'improvviso, senza che i fattori comunemente monitorati ne annuncino l'arrivo. Nello specifico una siccità lampo, anziché essere causata dalla mancanza di pioggia per un lungo periodo di tempo, è determinata da un'eccessiva temperatura dell’aria, che asciuga l’umidità dal terreno e produce condizioni simili alla tradizionale siccità.

Si tratta a tutti gli effetti di un evento climatico estremo che, per via degli effetti repentini, può essere particolarmente dannoso e devastante. Le siccità improvvise possono, infatti, trasformarsi in gravi siccità nel giro di poche settimane. Pur iniziando rapidamente, possono durare per mesi, danneggiando la vegetazione e gli ecosistemi, innescando ondate di calore e incendi.

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Lo studio

Lo studio “A global transition to flash droughts under climate change” (Una transizione globale verso siccità improvvise dovute ai cambiamenti climatici) mostra che il fenomeno ha iniziato a intensificarsi più rapidamente negli anni '50 e che le siccità lampo sono diventate via via più comuni in gran parte del mondo: siccità improvvise, con una rapida escalation, che sfida le capacità di monitoraggio e previsione.

L'analisi dimostra, in particolare, che i tassi di intensificazione della siccità sono aumentati su scale temporali substagionali e che, negli ultimi 64 anni, c'è stata una transizione verso le siccità improvvise nel 74% delle regioni globali identificate dal Rapporto speciale sugli eventi estremi del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici.

La transizione è associata ad anomalie amplificate di evapotraspirazione e deficit di precipitazioni, direttamente correlate al surriscaldamento globale a causa antropica.

Ci si attende che, in futuro, la transizione si espanda alla maggior parte delle aree terrestri, con aumenti maggiori in scenari di emissioni più elevate. Tuttavia- spiegano gli esperti- non c'è consenso sul fatto che le siccità improvvise siano diventate la nuova normalità, dato che anche la siccità “lenta” è destinata ad aumentare.

 

L’Europa zona calda per le siccità lampo

Secondo l'analisi, le aree del Pianeta più esposte alle siccità lampo sono l’Asia settentrionale e orientale e l’Australia meridionale. L’Europa, tuttavia, è uno dei territori in cui questa tipologia di siccità sta diventando più frequente. Un fenomeno che va di pari passo con l'aumento delle temperature le quali - secondo l'ultimo rapporto sullo Stato del Clima in Europa dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale - nel periodo compreso tra il 1991 e il 2021 sono aumentate nel Vecchio Continente a una media di circa +0.5 °C per decennio, oltre il doppio rispetto alla media mondiale. Non fa eccezione l'Italia dove nei trent'anni tra il 1990 e il 2020 la temperatura massima è salita mediamente di 2,62 °C.

Come ha sottolineato l'ASviS nel recente lancio del suo Policy brief, dedicato al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), i dati mettono l'Italia al centro del mirino per lo studio degli effetti del surriscaldamento globale e dei conseguenti eventi meteorologici estremi, facendone - volenti o nolenti - una sede laboratoriale per ideare e mettere in pratica piani di adattamento in grado di fornire la necessaria resilienza.

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Contrastare le siccità lampo

Prevedere le siccità improvvise è difficile, in primis perché gli attuali approcci alla previsione delle siccità utilizzano scale temporali più lunghe. I ricercatori affermano dunque che, per contrastare le siccità lampo, sono necessari innanzi tutto nuovi approcci in grado di fornire avvisi tempestivi sul fenomeno, che permettano di comprenderne meglio l’impatto sugli ecosistemi naturali e di elaborare, di conseguenza, una strategia adeguata.
Nel frattempo, contenere le emissioni climalteranti e mantenere le temperature entro i limiti individuati dagli obiettivi internazionali non può che essere un ottimo punto di partenza per limitare ulteriori danni. Al suolo, alla biodiversità, alle colture.

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