POINTs: Assogas
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POINTs: Assogas

Dal mese di febbraio introduciamo la rubrica POINTs dedicata a raccogliere ed ascoltare le associazioni di categoria in merito a dati, notizie di attualità nonché decreti legislativi e norme di riferimento in quanto - consapevoli del potere e del diritto di rappresentanza che esercitano - riteniamo siano stakeholder primari e di riferimento per fornire al lettore un punto di vista necessario, frutto di una competenza residente. 

Oggi viene pubblicato il contributo di Assogas.

Il sistema paese italiano, per il limitato contributo del carbone alla produzione termoelettrica, sta risentendo più di altri alla forte pressione sui prezzi del gas naturale. Pur vantando un profilo emissivo assai migliore della concorrente Germania, questa tempesta causata sia da tensioni geopolitiche che strutturali di mercato, ha provocato un sano realismo nella valutazione del contributo delle diverse fonti del mix energetico. Rispetto ad una visione ideologica di pochi anni fa che presentava la transizione come un passaggio repentino alle rinnovabili senza particolari implicazioni se non di evidenti benefici ambientali, ignorando per tal verso quelle di impatto economico e sociale, oggi pare assai chiaro che il gas, anzi i gas, includendo quelli rinnovabili, ci saranno nel 2050. E con i gas anche le infrastrutture per trasportarli e distribuirli.

La rilevanza del patrimonio infrastrutturale delle reti del gas, soprattutto a livello della sua distribuzione, merita pertanto la giusta attenzione: l’impegno del governo italiano preso con Bruxelles nel PNRR di realizzare le gare gas rappresenta una opportunità per un disegno legislativo all’altezza delle sfide tecnologiche ed ambientali cui le reti dovranno rispondere, incluso il sector coupling con la distribuzione elettrica. Ricordando che anche questa è chiamata, per una previsione esplicita del Dlgs 79/99, cd decreto Bersani, ad avviare un percorso di gare nel 2025.

La proposta di disciplina nell’art.4 del ddl “Concorrenza”, mira ad interventi chirurgici su un articolato quadro normativo disegnato dal DLGS 164/00, cd decreto Letta e successivi interventi, oggi visibilmente anacronistico per la visione di estensione dell’uso del gas naturale e relativi ampliamenti della rete. Le sfide oggi sono diverse: gestione dei gas rinnovabili con i temi di bilanciamento anche a livello locale, digitalizzazione ed eliminazione delle emissioni fuggitive, summenzionato sector coupling. Occorre pertanto una presa di consapevolezza che lo scenario è cambiato e merita la necessaria attenzione del legislatore e degli altri portatori di interesse: il ddl “Concorrenza” rappresenta pertanto una opportunità che va colta.

Consapevoli che la norma proposta nel ddl “Concorrenza” non conseguirà l’obiettivo di rilanciare le gare, occorre mettere a fuoco l’oggetto delle gare stesse, partendo dalla parte industriale che, come detto in precedenza, non può più essere, se non molto marginalmente, l’ampliamento delle reti medesime. Le sfide tecnologiche e digitali implicano un realismo nel valutare la dimensione media delle aziende che saranno chiamate a gestire le reti nei prossimi decenni. Gli operatori medi e piccoli oggi presentano profili di efficienza e sicurezza, sulla base dei dati ufficiali ARERA, uguali, spesso migliori di quelli grandi con costi sensibilmente inferiori: occorre accompagnare questa situazione di obiettiva maggiore efficienza in dimensioni aziendali maggiori. Il legislatore dovrebbe quindi riprendere il disegno originario (2019) di ARERA di promuovere le aggregazioni di operatori medi e piccoli, ottenendo così un consolidamento del settore, con operatori grandi capaci di imprimere maggiore spinta concorrenziale in un nuovo assetto di gare negli ambiti territoriali!

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