Cop26: quali risultati?
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Cop26: quali risultati?

Il 13 novembre scorso, a Glasgow, si è conclusa la COP26, la conferenza sul clima organizzata annualmente dalle Nazioni Unite, nell’ambito della Conferenza quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC)

Al termine di due settimane di intense trattative, negoziazioni e compromessi tra i rappresentanti di 197 Paesi del mondo, si è conclusa la Cop26 di Glasgow. Anche quest’anno gli obiettivi erano ambiziosi: riduzione drastica delle emissioni di gas serra entro il 2030, abbandono dei combustibili fossili, protezione dell’ecosistema, mobilitazione di finanziamenti per il clima e cooperazione a livello internazionale.

Come ogni Conferenza sul clima, anche la Cop26 ha messo in luce l’estrema difficoltà nel mettere d’accordo i diversi rappresentanti, nonostante la necessità, ormai da tutti riconosciuta, di trovare rapidamente una soluzione all’emergenza climatica. Nonostante questo, e nonostante i problemi iniziali, come l’assenza del leader cinese Xi Jinping e di Vladimir Putin, sono stati raggiunti risultati importanti. Prima di tutto, è stato ribadito l’obiettivo di mantenere la temperatura entro +1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali, un risultato non affatto scontato, dal momento che prevede l’aggiornamento di tutti i Piani nazionali per raggiungere quel traguardo.

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Questi piani verranno poi ridiscussi il prossimo anno, alla Cop27 che si terrà in Egitto. Inoltre, per la prima volta nella storia degli accordi conclusivi di una Conferenza ONU sul clima, è stata manifestata la necessità di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. Ed è stato proprio questo, forse, il risultato più deludente: rispetto alla prima bozza dell’accordo, infatti, che prevedeva di “eliminare gradualmente l’uso del carbone e i finanziamenti per i combustili fossili”, nella sessione finale l’India è riuscita a ottenere l’inserimento di un emendamento che ammorbidisce il testo riguardante il carbone, smorzando così l’efficacia dell’impegno preso. ”Eliminare gradualmente” è stato infatti sostituito da “ridurre gradualmente”.

Per rispettare l’accordo, quindi, basterà diminuirne l’uso anche solo di una percentuale minima, che non avrà alcun peso sul rallentamento del riscaldamento globale. Dove la Cop26 ha totalmente mancato l'obiettivo è sugli aiuti ai paesi meno sviluppati per affrontare la crisi climatica: anche se il documento finale invita i paesi ricchi a raddoppiare i loro stanziamenti, non è stata fissata alcuna data per attivare il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno in aiuti per la decarbonizzazione. Il fondo rimane dunque una promessa, esattamente com’era stato dopo l’Accordo di Parigi. Non si può ancora parlare di soluzioni definitive, ma di piccoli passi in avanti che andranno perfezionati durante la Cop27. Risposte ancora troppo lente, quindi, anche se la pressione dal basso da parte dei giovani attivisti sta contribuendo a far capire che il tempo a disposizione per l’adozione di risoluzioni valide contro l’emergenza climatica è sempre di meno.

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