Al G7 c’è accordo sul clima: tetto di 2 gradi per l’aumento delle temperature
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Al G7 c’è accordo sul clima: tetto di 2 gradi per l’aumento delle temperature

Raggiunto un accordo sul clima durante il summit di Elmau tra i Paesi del G7: l'obiettivo comune è di contenere entro il limite di 2 gradi le temperature globali rispetto ai livelli preindustriali.

Urgente e concreta. Tale deve essere l'azione dei governi contro il surriscaldamento globale, tale si professa negli intenti dei Paesi del G7 nelle dichiarazioni al termine del summit tenutosi presso il castello di Elmau, Germania, gli scorsi 7 e 8 giugno. I capi di Stato hanno raggiunto un accordo sulla necessità di contenere la temperatura globale entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, prevedendo inoltre una riduzione dal 40% al 70% delle emissioni rispetto a quelle del 2010 entro il 2050.

L'accordo, che aveva incontrato le resistenze di Giappone e Canada, dovrebbe spianare il cammino in vista della conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP21, in programma a fine anno a Parigi. "L'intesa raggiunta [...] rappresenta un segnale importantissimo, perché indica la volontà dei sette paesi più industrializzati non solo di adottare misure che vadano verso la de-carbonizzazione dell'economia, ma anche di essere motori di un analogo impegno vincolante da parte degli altri paesi" ha commentato il Ministro dell'Ambiente italiano Gian Luca Galletti. "Un impegno che va promosso in primo luogo presso i colossi asiatici Cina e India che oggi, ma soprattutto in una prospettiva a breve termine, possono incidere sensibilmente sul bilancio globale delle emissioni di gas serra".

 

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Il tema dell'equità fra decision makers e Paesi in via di sviluppo, così come la relazione fra contenimento delle emissioni e povertà, è stato e sarà al centro del dibattito durante i prossimi appuntamenti. Nei giorni precedenti al summit, non sono mancate manifestazioni (oltre 30.000 persone hanno sfilato a Monaco di Baviera) e appelli da parte delle organizzazioni ambientaliste, mirate al completo abbandono delle fonti fossili in favore delle energie pulite.

"Per ridurre la povertà abbiamo bisogno di un clima stabile. I paesi più ricchi devono sostenere azioni a favore del clima per lo sviluppo dei paesi poveri" si legge nel comunicato stampa di Legambiente datato 5 giugno. Ora, a lavori finiti, le varie associazioni riconoscono i progressi in materia, ma chiedono che vengano presi al più presto impegni concreti per raggiungere gli obiettivi. "Il cammino tracciato è corretto, ma sono necessarie più velocità, ambizione e azioni specifiche", ha dichiarato in proposito Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf.

In effetti, sempre e specialmente in questo caso, è l'azione che conta: quali misure concrete verranno messe in campo per contenere le emissioni e l'innalzamento delle temperature? Quali strumenti verranno utilizzati per consentire ai Paesi emergenti di crescere a basso impatto? Rinnovabili, tecnologie ed innovazioni ci vengono in soccorso, ma i temi di discussione per i prossimi incontri non mancheranno di certo.

Queste le parole di Galletti, riportate sul sito del Ministero:"Ho detto il 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente che abbiamo celebrato all'EXPO alla presenza del Presidente della Repubblica, che quella di dicembre è davvero "l'ultima chiamata" per la comunità internazionale. L'Italia farà di tutto perché sia l'occasione di un accordo storico per il Pianeta e per le generazioni future". Non vediamo l'ora di essere testimoni di questa svolta epocale.

 

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