Terra dei fuochi sarda: fluorite nel cagliaritano
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Terra dei fuochi sarda: fluorite nel cagliaritano

In Sardegna la terra è contaminata da fluorite e rifiuti, causando ingenti danni a commercio, allevamento e salute. Mentre proseguono le indagini, che rivelano un’attività criminale strategica, le autorità cittadine invocano interventi di bonifica.

Da circa un mese, l’allarme ha ottenuto risonanza nazionale. Gli allevamenti sardi sono malati di fluorosi. Avviene in particolare nei dintorni di Cagliari, dove la terra è avvelenata da una miniera di rifiuti e l’aria contaminata, alimentata da libeccio e scirocco, è diventata nociva anche per i centri abitati circostanti. I rilievi analitici del Dipartimento di Chimica dell’Università di Cagliari, seguiti dagli accertamenti delle Asl, hanno portato a un’indagine del Corpo Forestale che ha coinvolto la Fluorsid, unica fabbrica europea a estrarre la fluorite, principale imputata dello scandalo.

Quasi invisibile a occhio nudo, il suolo è ricoperto da un fine strato di polvere bianca. Gli animali nascono con malformazioni, le colture sono rovinate e i pastori, che respirano tutto da anni, si sono abituati ad andare a letto col bruciore agli occhi. Il verde che aveva contraddistinto i terreni della zona, un tempo estremamente fertile, si è trasformato in un’arida patina puntellata di resti solidificati delle lavorazioni industriali, mentre tra un pascolo e l’altro sorgono enormi montagne di bianco sporco: materiali lavorati, contaminati e abbandonati all’interno di recinzioni improvvisate.

 

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Se il Corpo forestale ha già individuato oltre 15 ettari di discariche clandestine, non è semplice stabilire i confini della contaminazione né, ovviamente, arginarli. Procedono i test biologici dell’Arpas, i cui tecnici hanno prelevato acqua e fango per analizzarne i campioni, ma nel frattempo il commercio ha già subito importanti contraccolpi. I contadini smantellano serre e campi, i pescatori non vendono più molluschi e anche i prodotti sani, a causa della preoccupazione dilagante, non vengono più considerati.

Stando alle trascrizioni delle indagini e alle intercettazioni emerse, nel cagliaritano l’inquinamento è un’attività strategica, un metodo studiato a tavolino per risparmiare e incrementare i profitti. Il Pubblico ministero ha ottenuto l’incarcerazione di 7 persone, tra cui il Direttore della Fluorsid, il Responsabile Sicurezza e Ambiente e il Responsabile Produzione, in quella che secondo l’ordinanza del GIP è una vera associazione criminale. Due le aree sotto sequestro: lo stabilimento di Macchiareddu e cinque ettari in zona Terrasili.

Da un lato i cittadini reclamano a gran voce la difesa della propria salute, dall’altro i lavoratori sono preoccupati per la possibile chiusura di un’impresa che genera un buon numero di posti di lavoro. Inoltre, nonostante l’apertura delle indagini, continuano a verificarsi episodi allarmanti. L’ultimo, ai primi di giugno, ha visto esplodere un tubo che trasportava acido solforico, con conseguente sversamento sul suolo. Sebbene denunciato dall’azienda stessa, è una riprova dei risultati delle indagini della Forestale, che sottolineano la totale mancanza dei dovuti accorgimenti di prevenzione.

Il Sindaco del Comune cagliaritano di Assemini, Mario Puddu, si è esposto pubblicamente esigendo di sapere cosa i cittadini abbiano respirato negli ultimi anni e quali conseguenze concrete ciò ha comportato. Sebbene il danno sia ormai realizzato, avere risposte è qualcosa di dovuto. “Pretendiamo che al più presto vengano fatte le bonifiche necessarie”, sostiene il primo cittadino. Intanto, anche in altre aree della Sardegna continuano a bruciare roghi dovuti allo smaltimento abusivo, condannando la penisola sarda all’appellativo di nuova ‘Terra dei fuochi’.

 

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