Le interviste del Direttore: Myriam Finocchiaro
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Le interviste del Direttore: Myriam Finocchiaro

Intervista a Myriam Finocchiaro di Granarolo S.p.A.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì,  si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it

La Strategia From Farm to Fork (Dal produttore al consumatore) si inserisce all’interno del Green Deal, il documento programmatico con cui l’Europa punta a diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Numerosi sono gli interventi contemplati all’interno della Strategia e che coinvolgono l’intera filiera Granarolo tra cui la riduzione dei pesticidi e dei fertilizzanti, il contrasto all’impiego di antibiotici nell’allevamento, il benessere animale, l’etichettatura nutrizionale, ma anche la tutela del lavoro. Quali sono le iniziative che il gruppo Granarolo ha intrapreso e intende intraprendere in ottemperanza a quanto richiesto dall’Europa?

Da molti anni, anche grazie a studi del ciclo di vita del prodotto (LCA), lavoriamo sulla riduzione dell’impatto ambientale in fase di trasformazione della materia prima e distribuzione del prodotto finito, ma il contributo più importante, lo sappiamo da tempo, deve arrivare dal lavoro in campo e in stalla. La strategia Farm to Fork ha il merito di aver sollecitato il mondo istituzionale e imprenditoriale a intervenire in maniera più decisa, con urgenza, mettendo anche a disposizione sistemi di incentivazione, trasferiti anche al mondo della finanza. In parallelo l’innovazione nel settore agroalimentare ha fatto in pochissimi anni passi da gigante. Abbiamo così recentemente deciso di coinvolgere l’intera filiera di soci allevatori in un processo di cambiamento, Granarolo Sustainable Transition che altro non è che un programma di transizione ecologica ed equa della filiera dei 633 soci della cooperativa che controlla la Granarolo S.p.A. Con 8,5 milioni di quintali di latte lavorato, Granarolo rappresenta oggi la più importante azienda lattiero casearia italiana e anche la filiera dalla quale può arrivare il maggiore contributo in termini di riduzione dell’impatto ambientale, lo sappiamo.

Granarolo Sustainable Transition si articola su tre assi:

  • Benessere animale e uso razionale dei farmaci alla stalla
  • Alimentazione degli animali
  • Riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione di latte

Agli indicatori qualitativi e relativi al benessere animale, che da anni vengono misurati e sono oggetto di un progetto di miglioramento continuo rendicontato annualmente nel Bilancio di Sostenibilità, si aggiungono azioni orientate a ridurre l’impatto ambientale generato dalla stalla lavorando in particolare sull’alimentazione delle bovine da latte, sul benessere animale e la riduzione dei farmaci, sull’agricoltura 4.0, sulla gestione delle fonti energetiche e idriche in allevamento, sull’economia circolare dell’allevamento, facendo leva su un approccio sistemico che coniuga innovazione tecnologica e tecniche di valutazione avanzate.

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Gli indicatori, le metodologie e il percorso che Granarolo seguirà per intervenire sugli aspetti legati ad agricoltura e allevamento vengono dal lavoro avviato da un Comitato Scientifico guidato dal Prof. Gianni Gilioli, Presidente del Corso di Laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili dell’Università di Brescia ed esperto in valutazione e gestione della sostenibilità e della qualità delle filiere agroalimentari, cui si affiancano il Prof. Alfonso Zecconi, Coordinatore del Corso di Perfezionamento sui Nuovi Approcci Gestionali per un Allevamento di bovini da latte sostenibile del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e il Prof. Andrea Formigoni, Professore di Nutrizione e Alimentazione Animale del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.

Contestualmente il Gruppo ha confermato l’adesione al Dairy Sustainability Framework, una piattaforma internazionale che coinvolge associazioni internazionali e alcune delle più importanti aziende di latte e derivati del mondo, unite nel trovare soluzioni e condividere azioni in tutto il settore lattiero-caseario atte ad accelerare l'azione contro il cambiamento climatico, partendo dalla riduzione della produzione di gas serra (in primo luogo il metano). A tal fine sono in corso ricerche per identificare e sviluppare metodologie, strumenti e percorsi in tutti i sistemi e le regioni di produzione lattiero-casearia del mondo.

Non basta più lavorare solo sul fronte della trasformazione e della distribuzione, come abbiamo fatto, impegnandoci, fino ad oggi. Granarolo ha una filiera italiana fatta di 633 soci allevatori tutti certificati sul benessere animale che, guidati da un Comitato Scientifico importante e da metodologie e percorsi innovativi sperimentati anche all’estero, hanno avviato una transizione ecologica ed equa delle loro stalle che consentirà di rinsaldare un nuovo e solido rapporto fra chi produce e chi consuma. Le dimensioni della filiera e la capacità di innovazione espressa da molti dei nostri soci ci fanno sperare di poter raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati, ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra per ogni kg di latte prodotto entro il 2030.

L’adozione di un percorso di sostenibilità comporta inevitabilmente degli effetti all’interno della realtà aziendale che decide di adottarlo. Per voi l’intraprendere un percorso all’insegna della sostenibilità cosa ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?

La comunicazione ha un ruolo dirimente nel processo avviato. Se nel momento in cui si decide di intervenire su trasformazione, approvvigionamenti, packaging e distribuzione si stanziano risorse, si trovano competenze e fornitori con cui condividere valori, si attivano meccanismi rodati, per intervenire su agricoltura e allevamento è necessario coinvolgere tutta la cooperativa di soci allevatori, 633 aziende, ognuna con la sua peculiarità, la piccola azienda che produce latte biologico in Appennino, la media azienda che produce latte Alta Qualità nelle Murge e la grande azienda che produce latte Alta Qualita’ in Pianura Padana. Per ognuna di queste aziende il programma di transizione può avere aspetti peculiari, dettati per es. dalla quantità di latte prodotto, dalla disponibilità di alimenti autoprodotti destinati agli animali, dalla quantità di deiezioni da smaltire, dalla possibilità di spandimento rispetto al terreno su cui insiste l’azienda agricola. Sono tutti aspetti peculiari che rendono diversi gli interventi a seconda del contesto, diversa la comunicazione verso l’allevatore che deve sentirsi in ogni fase coinvolto, supportato, disponibile. La pandemia ha cambiato le modalità di interazione con i nostri allevatori, oggi molto più disponibili a interagire anche attraverso videocall con la cooperativa Granlatte che coordina il progetto. Sono dunque aumentati gli interventi formativi, gli affiancamenti, le condivisioni di buone pratiche, ma anche le modalità di interazione sono nuove e rispondono meglio all’ottimizzazione dei tempi di implementazione delle azioni previste. Contiamo di poter rendicontare i primi interventi e l’impatto da essi generati già a partire dal Bilancio di Sostenibilità 2022, un documento che sempre più rappresenterà non solo le azioni messe in pista dalla Granarolo S.p.A. ma lo sforzo sull’intera filiera dal campo al tavolo di casa del consumatore.

Myriam Finocchiaro

CSR and Communication Manager – Gruppo Granarolo
Si occupa da tempo di responsabilità sociale d’impresa, comunicazione e innovazione. Ha contribuito alla creazione e al lancio di Agrofood Business Innovation Center, acceleratore multiazienda nato a novembre 2018 su iniziativa Granarolo con la missione di promuovere un’innovazione sostenibile. Di Agrofood BIC fanno parte Granarolo, Conserve Italia, Eurovo, Camst, Ima e Gellify. È nell’Adivosory Board di MUG Magazzini Generativi, iniziativa Emilbanca vocata a promuovere un’innovazione sostenibile.

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